Giappone: anno da record per le operazioni “M&A”

Gli analisti prevedono che il 2019, per il Giappone, sara’ un anno molto positivo in riferimento agli investimenti.

In effetti, facendo riferimento ai dati del 2018, le previsioni sembrano piuttosto attendibili: lo scorso anno, infatti, il Giappone, è stato il primo paese dell’Asia nel mercato delle M&A, superando la Cina.

Si tratta di un record assoluto di investimenti, per un valore di oltre 190 miliardi di dollari.

Gli analisti prevedono che il 2019, per il Giappone, sara’ un anno molto positivo in riferimento agli investimenti.

Sarebbe di oltre 900 miliardi di dollari la liquidità a disposizione delle aziende giapponesi e a beneficiarne, stando alle previsioni, saranno gli Stati Uniti, quale principale destinatario di tali operazioni.

Ma cosa si intende per M&A

Il termine M&A, abbreviazione di “Merger and Acquisition”, significa “fusioni e acquisizioni” ossia tutte le operazioni finanziarie che portano all’unione di due o più società: con “merger”, più nello specifico, si intende che le società che partecipano alla fusione cessano la loro vita giuridica, facendo confluire i loro patrimoni in una nuova società. Con la “acquisition” avviene l’incorporazione in una società che ne mantiene l’identità giuridica incorporando le altre società che cessano di esistere, senza la creazione di una nuova società.

M&A tra e Giappone e Italia

Sono molte le operazioni di acquisizioni tra aziende giapponesi ed italiane: le principali, e quelle più conosciute, sono sicuramente quelle di Hitachi (con l’acquisto di Ansaldo Breda e Ansaldo STS), di Mitsubishi Electric (che ha rilevato DeLclima) e del gruppo Asahi (Peroni). E ancora, forse meno conosciute ma sempre rilevanti, quella della Daikin Industries, leader nella refrigerazione (che ha acquistato la Zanotti di Pegognaga) e quella della Seiko Epson (ha conquistato la Fratelli Robustelli di Como, specializzata nella produzione di macchine industriali per la stampa su tessuto).

Si tratta di investimenti che rappresentano, a volte, una salvezza per le aziende in crisi, e allo stesso tempo sono un’occasione di salvaguardia dell’occupazione e di entrata in un nuovo mercato e di accesso a tecnologia per l’azienda acquirente.

R.D.