Previsioni in rialzo per l’export italiano in Giappone: + 13%

Dal primo febbraio entrerà in vigore il tanto atteso EPA (Economic Partnership Agreement) tra l’UE ed il Giappone: l’accordo consentirà di aprire enormi opportunità di mercato per entrambe le parti, di rafforzare la cooperazione in svariati settori, di confermare il rispettivo impegno a favore dello sviluppo sostenibile e sui cambiamenti climatici. Si stima che l’aumento delle esportazioni sarà di oltre il 13%, per un valore superiore ai tredici miliardi di euro.

Andiamo a ripercorrere, in breve, cosa prevede principalmente l’EPA.

L’eliminazione di gran parte dei dazi, in Giappone, per le merci provenienti dall’Europa, per un valore di un miliardo di euro ogni anno,  è sicuramente uno dei principali elementi dell’accordo. Questo punto, finora particolarmente penalizzante per le imprese italiane,  permetterà quindi di eliminare o ridurre sensibilmente dazi su molti prodotti come formaggi e vini e di aumentare le esportazioni di carni bovine (per quanto riguarda quelle suine sarà esente dai dazi il commercio di carni trasformate e quasi esente quello di carni fresche).
La garanzia di tutela e il riconoscimento (sia in Giappone per i prodotti europei che in Europa per i prodotti giapponesi) di oltre duecento prodotti agricoli europei di qualità (indicazione geografica – IG) è un altro punto importatissimo, soprattutto per l’Italia.
L’accordo prevede, inoltre, l’apertura dei mercati dei servizi, consentendo alle imprese europee di accedere agli appalti in Giappone.
Contenuti nel trattato, infine, capitoli riguardanti il commercio e lo sviluppo sostenibile.

Le aziende Italiane cosa devono fare?

Tutte le aziende italiane, quelle che sono interessate o che esportano già al Giappone, per poter trarre benefici dal trattato devono registrarsi al sistema REX  presentando domanda al proprio Ufficio territoriale competente delle dogane.

Interscambio tra Italia e Giappone

Le aziende italiane che esportano in Giappone sono circa quindicimila per un valore di 6,6 miliardi di euro, mentre le importazioni di prodotti provenienti dal Sol Levante ammontano a 4,4 miliardi di euro, facendo segnare un attivo commerciale, per l’Italia, di 2,2 miliardi di euro.

R.D.