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Japan Tobacco predilige il tabacco “made in Italy”

La scorsa settimana a Palazzo Chigi è stato siglato un importante accordo riguardante il tabacco italiano (della durata di 4 anni – dal 2017 al 2020) da Maurizio Martina, il Ministro delle Politiche Agricole, e la giapponese JTI (Japan Tobacco International), che detiene alcuni fra i più noti marchi come Camel, American Spirit e Winston.

Oggetto dell’accordo, del valore di 160 milioni di euro, l’acquisto di tabacco italiano da parte della multinazionale per la fabbricazione di sigarette nei vari stabilimenti sparsi tra Italia ed Europa .

L’accordo pone alcuni fondamentali limiti e precise indicazioni sulla tutela dei diritti dei lavoratori impiegati nel settore e nello stesso procedimento di produzione del tabacco (al fine di tutelare l’ambiente) che prevedono, oltre alla diminuzione di agenti chimici nella fase produttiva, anche un perfezionamento di utilizzo delle risorse idriche.

“Il nostro è un impegno quantitativo e qualitativo: abbiamo fatto un buon lavoro e il fatto che una grande multinazionale abbia dato un concreto segno di investimenti pluriennali attesta che i territori coinvolti sono di primo livello e sanno vincere la sfida della sostenibilità, anche in chiave ambientale”, ha dichiarato il ministro Martina a margine della presentazione ufficiale dell’accordo.

Le regioni interessate dall’accordo di fornitura sono in particolare Toscana ed Umbria (dove la coltivazione del tabacco è molto diffusa: basti pensare che in Toscana circa 18 mila ettari di terreno vengono impiegati per questa coltivazione), anche se in Italia altre regioni come Campania, Veneto e Lazio sono anch’esse impegnate nella tabacchicoltura (essendo quello italiano, un clima che bene si adatta a questo tipo di coltivazione e che permette di ottenere un prodotto di qualità fra i migliori in Europa).

R.D.

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