ITALIA-GIAPPONE. AVIGAN, DAL GIAPPONE LA SMENTITA SU USO DEL FARMACO. HASEGAWA (FUJIFILM), “PREOCCUPATI PER LA NOTIZIA APPRESA SU POSSIBILI TEST IN ITALIA”.

Netta smentita da parte della Fujifilm, azienda farmaceutica giapponese proprietaria del farmaco Avigan, indicato in questi giorni sui social e su molti media come farmaco già in vendita in Giappone e particolarmente efficace contro il covid19, tanto da far avviare propositi di sperimentazione da parte di autorità italiane.

Infatti fino ad oggi ad Avigan, un antinfluenzale, sono stati preferiti altri farmaci per la cura influenzale in quanto per il farmaco è stata accertata la pericolosità per donne incinte, lattanti e uomini in età fertile, e si sospetta anche un possibile nesso causale con deformità nei feti.

In questi giorni, tuttavia, a causa della pandemia di coronavirus, il National Center for Global Health and Medicine del Ministero della salute giapponese ha deciso di avviare delle piccole sperimentazioni in strutture pubbliche, per testare una eventuale efficacia del farmaco. Le strutture pubbliche non sono autorizzate a trattare i dati ma solamente a girarli al Ministro che ne valuterà le eventuali possibilità di uso.

“Ad oggi – come dichiara in esclusiva per DIRE Chihaki Hasegawa, della Fujifilm – nessun uso esteso alla popolazione in Giappone, dunque, e soprattutto nessun dato certo che possa, al momento, indicare il farmaco come soluzione alla pandemia in corso. Il farmaco di cui si parla in Italia e del quale sembra si stiano per condurre sperimentazioni, non è quindi Avigan, che è utilizzabile solamente in Giappone, ma la versione cinese di questo farmaco (il generico, come si dice in gergo medico), del quale ricordiamo non ci sono ancora sufficienti sperimentazioni su pazienti non giapponesi”. “In Giappone – conclude Hasegawa – Avigan ha alle spalle una sperimentazione che ha concluso che il farmaco è utilizzabile solo sotto stretto controllo e solo come antinfluenzale, ma senza alcun dato in merito alla efficacia sul coronavirus. Le sperimentazioni su un farmaco del genere richiedono mesi, dunque il fatto che strutture italiane possano considerare di avviare sperimentazioni estese o un possibile utilizzo ci preoccupa molto. Ringraziamo la Japan Italy Economic Federation che si è interessata al problema e con la quale stiamo in stretto contatto per restare aggiornati sulla vicenda e per offrire informazioni reali sul farmaco, a fronte delle fake news circolate in questi giorni su molto media”.

La vicenda pone molti dubbi sulla gestione approssimativa ed emotiva che sta segnando i provvedimenti di alcune Regioni in Italia, e rende evidente la pericolosità dei social in momenti drammatici per il paese, senza maggiori misure di controllo da parte delle autorità.

(R.D.)