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Il caso Naomi Osaka: esagerazione o razzismo?

Naomi Osaka, stella del tennis giapponese di origine haitiana, si trova al centro di una polemica scaturita a causa di una pubblicità televisiva. La tennista è la protagonista di uno spot animato, realizzato da Takeshi Konomi, ma l’immagine che la ritrae non rispecchia minimamente la realtà: Naomi viene, infatti, disegnata bianchissima mentre nella realtà ha la pelle scura (nonostante la nazionalità giapponese).

La reazione dell’opinione pubblica

L’episodio ha scatenato subito forti reazioni tra l’opinione pubblica, principalmente sul web dove moltissimi utenti si sono scagliati contro il disegnatore e l’azienda (si tratta della Nissin, famosa per i prodotti confezionati come il Ramen e i Cup Noodle) accusandoli di razzismo.

Non tutta l’opinione pubblica, però, la pensa cosi: molti invece giustificano la pubblicità non ritenendola particolarmente offensiva, trattandosi in realta` di una caricatura. E a onor del vero, in Giappone, la maggior parte delle volte i personaggi famosi o quelli dei cartoni animati vengono ritratti con forti marcature “occidentali” (come gli occhi, ad esempio, poche volte disegnati “a mandorla”): ma forse, questa volta, riferendosi al colore della pelle totalmente diverso, si tratta di una rimarcatura troppo evidente.

Chi è Naomi Osaka?

Naomi Osaka è una pluricampionessa tennista giapponese, vincitrice di molti trofei tra cui gli US Open del 2018 (prima e unica atleta nipponica a riuscirci), nata da padre statunitense di origine haitiana, e da madre giapponese.

Considerata un Haafu , termine che si usa in Giappone per riferirsi ai figli di unioni tra stranieri e giapponesi, ha dichiarato, in una recente intervista che “ogni volta che vengo in Giappone le persone sono confuse e non riescono ad associare il mio nome con il mio aspetto, non si aspettano una ragazza nera” , e “mia mamma non ha avuto contatti con la sua famiglia per oltre dieci anni per via della relazione interrazziale con mio padre” , ha poi aggiunto la ragazza.

Ma i giapponesi sono razzisti?

Il Giappone è noto come un paese legato alle tradizioni, chiuso e poco propenso ad accettare immigrati stranieri, ma questo basta a definirlo razzista?

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite le minoranze etniche che sono presenti nel Paese vengono trattate in modo discriminatorio in ambito lavorativo, scolastico e sociale dai giapponesi. Secondo il rapporto, le minoranze più colpite sono la popolazione Ainu, i burakumin, i ryukyuani, i discendenti degli immigrati dai paesi vicini (Corea e Cina) e i nuovi immigrati giunti da altri paesi.

La costituzione giapponese proclama l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di razza, genere e religione ma, malgrado questo, il sistema legislativo giapponese non prevede tuttora pene ai danni di coloro che compiono attività discriminatorie.

Anche il Japan Times, in riferimento all’episodio di Naomi Osaka, ha voluto rimarcare la propensione dei giapponesi a discriminare gli haafu: secondo il quotidiano, infatti, essi, a parte i casi di personaggi pubblici o televisivi, non sono pienamente accettati nella società giapponese e vengono spesso di fatto emarginati.

R.D.

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