Tra gli esponenti della diffusione del Cristianesimo in Giappone risalta il nome di Giovanni Battista Sidotti.
Costui arrivò in Giappone nel lontano 1708 e, solo pochi anni dopo, nel 1715 morì di stenti dopo che si diffuse la notizia del suo impegno nel cercare di convertire al Cristianesimo la coppia dei suoi guardiani.
In quegli anni i cristiani erano ancora perseguitati in Giappone, e la stessa nazione nel complesso viveva un periodo storico di “chiusura” (era infatti proibito agli stranieri di recarsi in Giappone e ad i giapponesi di recarsi all’estero).
In seguito alla morte di Sidotti non vi furono più notizie in merito al ritrovamento dei suoi resti fino a 2 anni fa, quando durante gli scavi a Myogadani (per la costruzione di una zona residenziale) furono ritrovate ossa umane all’interno di 3 tombe, che vennero subito prelevate per essere sottoposte agli studi degli esperti.
Solamente nel mese di aprile di quest’anno le autorità giapponesi, sulla base degli studi effettuati presso il Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia, attraverso l’analisi del DNA, hanno dichiarato con quasi totale certezza che i resti nelle tombe appartengono proprio a Sidotti.
Sonia P.