Il ministero della salute giapponese nel suo più recente bollettino aggiornato a ieri ha confermato 78.128 nuovi casi di coronavirus in tutto il paese e 31 decessi.
Il numero dei pazienti ricoverati in gravi condizioni è salito ulteriormente, attestandosi a 767.
A Tokyo, il governo metropolitano ha riportato 15.895 nuovi contagi, di cui oltre un terzo riguardanti giovani al di sotto dei 20 anni, e un altro terzo bambini al di sotto dei 10 anni.
A livello nazionale, dopo la capitale seguono come numero di nuove infezioni le prefetture di Osaka (9.135 casi), Kanagawa (6.141), Saitama (5.315), Hyogo (4.450), Aichi (4.426) e Fukuoka (4.345).
GIAPPONE. COVID, TAKAICHI (LDP): “POSSIBILE NUOVO STATO DI EMERGENZA”
“Un nuovo stato di emergenza a livello nazionale, opzione attualmente sul tavolo del governo, avrà impatti negativi sull’economia, ma proteggere la vita delle persone è la massima priorità”, ha dichiarato in conferenza stampa Sanae Takaichi, a capo del Policy Research Council del partito liberal democratico (LDP) al governo.
L’intervento di Takaichi è stato condiviso a distanza dal leader dell’alleato di governo Komeito, Yuzuru Takeuchi, che ha esortato il primo ministro Fumio Kishida a “prendere provvedimenti rapidamente”, e da Junya Ogawa, a capo del principale partito di opposizione il partito democratico costituzionale (CDP) che, anch’egli in conferenza stampa, ha dichiarato: “ridurre il flusso di persone è l’unico modo per contenere la pandemia, e le misure adottate finora dal governo non sono state efficaci”.
GIAPPONE. NUMERO DI STRANIERI IN INGRESSO IN CALO DEL 91,8% NEL 2021
Nel frattempo, dalla Agenzia per l’immigrazione arriva il dato secondo cui, nel 2021 il numero totale di stranieri entrati in Giappone è stato di 353.118, in calo di 3,95 milioni, pari al record del 91,8% rispetto all’anno precedente.
Il dato è il più basso dal 1966, quando entrarono nel paese appena circa 340 mila stranieri, ed è il risultato delle rigide misure restrittive agli ingressi imposte dalle autorità per contrastare la diffusione nel paese della pandemia.
(R.D.)