CORONAVIRUS, PERSONALE AZIENDALE CONTINUA A RECARSI A LAVORO NONOSTANTE LA RICHIESTA DEL PRIMO MINISTRO ABE.

Muniti di maschere, molti giapponesi si sono recati normalmente a lavoro negli ultimi giorni, nonostante la richiesta del primo ministro Shinzo Abe alla popolazione e alle aziende di ridurre del 70% gli spostamenti per contenere le nuove infezioni da coronavirus.

La maggior parte dei lavoratori hanno espresso difficoltà nel seguire la richiesta di Abe a causa della natura del loro lavoro.

Il Giappone sta lottando per arginare la seconda ondata di infezioni da coronavirus, mediante lo stato di emergenza dichiarato dal premier Abe fino al 6 maggio e la richiesta, fatte salve la spesa di generi di prima necessità e i motivi di salute, di evitare uscite.

L’obiettivo è quello di ridurre i contatti con gli altri dell’80% e gli spostamenti pendolari del 70%.

Per questo motivo un numero crescente di aziende sta passando al telelavoro e il numero dei pendolari ha registrato un calo del 50% su base annua negli ultimi tre giorni, secondo quanto riportato dalla East Japan Railway Co.

Un sondaggio diffuso da Agoop Corp. ha mostrato che la folla nei pressi delle cinque principali stazioni ferroviarie nella capitale giapponese – Shimbashi, Shinjuku, Shinagawa, Tokyo, Roppongi – è scesa dal 60 all’80% dal giorno in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza.

Il portavoce del governo Yoshihide Suga ha respinto l’idea di chiedere agli operatori ferroviari di ridurre i servizi ferroviari.

“Dobbiamo esaminare l’effetto della richiesta di riduzione del 70%”, ha dichiarato Suga in conferenza stampa.

I forti aumenti delle infezioni da coronavirus nelle aree urbane hanno lanciato l’allarme tra funzionari governativi ed esperti medici. In tutto il Giappone, il numero di casi ha superato gli 8000. “Spetta al pannel di esperti del governo”, ha aggiunto Suga, “decidere se ampliare la copertura dell’attuale dichiarazione di emergenza che al momento riguarda le sette prefetture di Tokyo, Chiba, Kanagawa, Saitama, Osaka, Hyogo e Fukuoka”.

(R.D.)