Il Ministero della Terra, delle Infrastrutture e del Turismo ha intrapreso un’azione legale contro il governatore di Okinawa Onaga Takeshi che nelle scorse settimane aveva bloccato i lavori per la ricollocazione della base aerea americana di Futenma in un’altra zona ma sempre all’interno della stessa prefettura.
In particolare il progetto prevede che la base venga spostata dall’affollato quartiere residenziale di Ginowan all’area meno popolata di Henoko, sulla costa di Nago.
La faida tra il governo centrale e quello locale ha raggiunto l’apice durante lo scorso mese di ottobre quando Onaga ha revocato il permesso di dare il via ai lavori che invece aveva concesso il suo predecessore Nakaima Hirokazu nel 2013.
La questione della presenza militare degli Stati Uniti sul suolo nipponico rimane un problema molto delicato specialmente a Okinawa, dato che questa ospita il 75% delle basi militari USA presenti in Giappone.
L’isola, appartenente all’arcipelago delle Ryukyu, è ubicata in una importantissima posizione strategica al largo di Taiwan e del Mare orientale cinese.
Da tale postazione infatti gli Stati Uniti riescono a controllare oltre alla Cina continentale e Taiwan, anche la penisola coreana, gli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico e le Filippine, consolidando in questo modo la loro superiorità marittima nell’area.
La popolazione locale dal canto suo, a parte l’inquinamento atmosferico e acustico legato alle installazioni militari, è esasperata anche da alcuni “incidenti” che si sono verificati in passato a opera di soldati americani come furti, scippi, investimenti alla guida in stato di ebbrezza e stupri.
Sembra prospettarsi dunque una lunga battaglia legale tra il governo centrale di Tokyo e quello di Okinawa nel tentativo di bilanciare gli interessi nazionali e quelli dell’alleato statunitense.
Chiara Bronzini