L’INDIPENDENZA “FORZATA” DEI PICCOLI GIAPPONESI

Il canale australiano SBS 2 ha condiviso su YouTube, un mini-documentario intitolato “ Gli indipendenti bambini giapponesi”, dove si compie un paragone sulla tipica giornata pre-scolastica tra una famiglia giapponese e una australiana.

La famiglia Ando, è una classica famiglia giapponese, e la figlia di soli sette anni, Noe Ando, ogni giorno si dirige da sola alla fermata della JR di Shinjuku a Tōkyō, per prendere il treno ed avviarsi verso scuola.

La madre afferma che appare necessaria questa indipendenza della figlia, poiché è indispensabile che apprenda velocemente a cavarsela da sola qualunque sia il problema che dovrà affrontare.

Molti ragazzini giapponesi si dirigono a scuola in gruppetti di cui solitamente il più grande ne diventa il responsabile, ma quanto affidamento ci si può fare trattandosi pur sempre di un bambino?

D’altra parte se i nipponici dovessero portare ogni giorno i figli a scuola, sarebbe necessario riorganizzare l’intera società e l’intero ambito lavorativo del Paese e pare chiaro come questo non sia possibile.

 

Emily Fraser, dieci anni, australiana, invece appare come una tipica ragazzina occidentale aiutata dal padre nel preparare lo zaino per scuola o nelle piccole circostanze di ogni giorno.

Accompagnandola a scuola in auto, il signor Fraser se ne assicura l’incolumità; infatti la maggior parte dei ragazzi e ragazze occidentali ottengono la loro copia della chiave di casa solo all’inizio delle scuole superiori.

Certo il tasso di criminalità in Giappone non è alto rispetto alla gran parte dei paesi occidentali e nonostante lo sappia, quando scende la sera sono sempre in guardia; quindi per me è impensabile lasciare una bambina di quell’età, da sola, in una delle città più grandi del mondo.

Fonte: http://www.japantoday.com/

 

Bortolotti Eleonora