In data 27 giugno 2015 abbiamo avuto la fortuna di partecipare ad una cerimonia del tè tipica giapponese. La professoressa Nakashima dell’Università Fukujo di Fukuoka è stata così gentile da accompagnarci ed illustrarci tutto ciò che non conoscevamo: esperienza a dir poco incredibile ed emozionante.
La cerimonia si è tenuta al parco Ohori a Fukuoka in un edificio circondato da un giardino zen immerso nel verde, che risaltava maggiormente grazie alla giornata piovosa.
Appena arrivate siamo state accolte da alcune studentesse che ci hanno invitato a toglierci le scarpe e a lasciar loro le nostre borse. Come da usanza, ci hanno chiesto di indossare dei calzini bianchi, preferibilmente fin sopra la caviglia per essere più comodi quando seduti; tutte le ragazze indossavano il kimono, uno diverso dall’altro, ma le ragazze che hanno cominciato più recentemente a studiare questa antica disciplina indossavano una semplice gonna nera e una camicia bianca.
Prima di entrare nella stanza in cui si svolge la cerimonia si attende in una piccola sala adiacente; in seguito, una volta entrati nella stanza in cui avverrà la cerimonia vera e propria, bisogna adottare la postura seiza (la tipica posizione che i giapponesi usano per mangiare, ovvero seduti sulle gambe con la schiena eretta) ed inchinarsi fino a toccare con le mani e quasi con la fronte il pavimento. La persona più importante è l’ospite, che varia di cerimonia in cerimonia, si siede vicino al bollitore, mentre gli altri invitati possono sedersi a piacimento parallelamente ai muri, così da lasciare lo spazio alle ragazze che servono il tè e i dolci.
La cerimonia comincia con la presentazione della persona che porterà il tè agli ospiti che, con l’aiuto delle altre ragazze, inizia la fase della distribuzione di alcuni dolcetti molto particolari (come si può vedere in foto).
I dolcetti vengono posti su particolari pezzi di carta piegati a metà, dentro i quali viene inserito un pezzo di cartone. Quest’ ultimo permette che il dolce non cada. La cerimonia alla quale abbiamo partecipato era suddivisa in due parti ugualmente strutturate: nella prima il tè era più forte, mentre nella seconda era più leggero; anche i dolcetti erano diversi ma la loro consistenza ed il sapore erano molto simili. Per prenderli dal vassoio venivano usate le tipiche bacchette, mentre per tagliarli e mangiarli si utilizzava una piccola bacchetta singola. Durante la cerimonia, ogni qualvolta viene servito qualcosa ci si inchina come all’entrata, per ringraziare la cameriera del servizio. Incredibile è anche la gentilezza e il rispetto che ogni partecipante ha verso la cerimonia.
Mentre vengono serviti i dolci, la ragazza continua a preparare il tè, che viene servito in primis all’ospite principale e solo successivamente agli altri partecipanti. Quando la cameriera porta il tè, gira la tazza in senso antiorario per due volte, mentre chi lo riceve, prima di berlo, la gira altre due volte in senso orario; l’usanza prevede che dopo averlo bevuto la si giri in senso antiorario due volte. Di fondamentale importanza è che l’ospite deve dimostrare la sua ammirazione per ogni singolo particolare della scodella di ceramica dipinta a mano. Come risaputo, i giapponesi hanno molto rispetto tra di loro, per questo motivo alla fine della cerimonia viene preparato tutto il necessario per la cerimonia seguente. Conclusosi l’evento, viene lasciato del tempo agli ospiti per ammirare la stanza del tè e tutti i suoi dettagli: dai fiori ai più piccoli ed interessanti oggetti usati nella preparazione della bevanda.
Esperienza indimenticabile, ricca di cultura e di tradizione giapponese. È vivamente consigliata a coloro che ne hanno la possibilità, poiché si può arricchire il patrimonio di conoscenza sulla cultura giapponese.
(Marta B. e Beatrice S.)