Durante il nostro soggiorno a Fukuoka abbiamo avuto la possibilità di trascorrere una giornata a Kumamoto, città che sorge a sud-ovest del Kyushu, facilmente raggiungibile con il treno o l’autobus. Circondata da splendide montagne tra le quali svetta il monte Aso, Kumamoto è diventata negli ultimi anni una meta turistica di grande attrattiva, grazie principalmente al suo famoso castello che, insieme a quelli di Himeji e Matsumoto, è considerato uno dei gioielli del Giappone.
Ed è proprio da lì che abbiamo cominciato la nostra visita.
Fatto costruire circa 400 anni fa dal signore feudale Kiyomasa Kato, la fortificazione che si può ammirare oggi è in realtà una ricostruzione del 1960, visto che la maggior parte della struttura originale bruciò durante la ribellione di Satsuma del 1877.
Riprodotto utilizzando gli stessi materiali e le tecniche originali, permette ai visitatori di ammirare le stanze opulente dove il signore riceveva i suoi ospiti, decorate a lamina d’oro, soffitti a cassettoni e paraventi dipinti.
Approfittando dello sconto sul biglietto d’ingresso, abbiamo poi deciso di visitare anche la Hosokawa Gyōbu–tei, ovvero la residenza settecentesca di un samurai, costruita da un membro secondario del clan Hosokawa, Lord Gyobu, e ingrandita nel corso dell’800.
Gli strumenti solitamente utilizzati per ricreare tali panorami sono piume, piccole scope, setacci, cucchiai e ramoscelli; questa forma d’arte tuttavia è quasi sempre temporanea mentre se la si vuole rendere permanente si parlerà di Bonga, “pittura su vassoio”, o Suna-e, “pittura su sabbia”.
Camminando lentamente dentro questa antica dimora, per osservare al meglio un ambiente così diverso da quelli a cui siamo abituate, una maestra di bonseki ci ha coinvolte nel tentativo di comporre uno fra i tanti splendidi paesaggi giapponesi.
Non sembrava difficile quando era lei a mostrarci come procedere, ma metterlo in pratica è tutta un’altra cosa!
Anche se non siamo potute rimanere per lo spettacolo di luci organizzato in occasione del festival del castello, questa giornata ci ha permesso di avvicinarci a un mondo, quello del Giappone tradizionale, che grazie anche alle persone del posto non avremmo avuto modo di conoscere altrimenti.
Bortolotti Eleonora e Bronzini Chiara