Una startup di Kyoto ha ricevuto moltissime richieste per i suoi occhiali “smart” durante l’epidemia del coronavirus, principalmente da industrie giapponesi che hanno impianti in Cina.
Molti imprenditori, infatti, hanno dovuto congedare momentaneamente gli impiegati cinesi dopo la diffusione del virus da Wuhan, nella provincia di Hubei e pertanto molti impianti nel mondo dell’industria hanno dovuto sospendere le operazioni per periodi prolungati. I dispositivi smart permettono quindi di lavorare in Cina ricevendo istruzioni dagli imprenditori giapponesi.
La startup di Kyoto, la Hi-Think Corp. (LHC), ha affermato che i suoi occhiali permettono ai supervisori di impartire istruzioni agli operai ad un’adeguata distanza di sicurezza da un possibile contagio. Il laboratorio LHC e’ stato avviato nel 2016, e piu’ della meta’ dei suoi impiegati ha lavorato per il gigante dell’elettronica Sharp.
Il prezzo degli occhiali parte da 3 milioni di yen (circa 25.600 euro) con costi aggiuntivi mensili. Il presidente di LHC, Masayuki Tatsumi, ha affermato: “mi aspetto che gli occhiali smart possano contribuire alla societa’ anche quando la crisi coronavirus sara’ finita”.
Anche altre aziende offrono un servizio simile, ma LHC vanta molti ingegneri specializzati, e ha progettato gli occhiali “smart” con caratteristiche personalizzabili in base alle attrezzature e all’ambiente della fabbrica in cui vengono messi in uso.
(Jief/Dire)