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Italia e Giappone: seminario sulle opportunita` di investimento in Italia per le imprese giapponesi nel settore agroalimentare

Il Presidente della Japan Italy Economic Federation Daniele Di Santo ha incontrato lo scorso 26 agosto una delegazione di imprenditori della Fukuoka Foreign Trade Association presso la Camera di Commercio di Fukuoka, per fornire una panoramica sull’export agroalimentare giapponese, spiegando punti di forza e problematiche attuali del mercato italiano.

Nonostante la crisi, l’Italia resta il 6° paese OCSE e il 4° in Europa per PIL e la produzione italiana copre il 13% della produzione totale nell’UE. Oltre al mercato interno, la posizione geografica strategica rende il Bel Paese un ponte ideale anche per raggiungere 400 milioni di consumatori in Europa e 250 milioni nelle regioni del Nord Africa.

La numerosa presenza all’evento è stata l’ennesima conferma della passione e dell’interesse suscitato in Giappone dall’Italia e dalla sua tradizione enogastronomica, culla del concetto di “slow food”. La cultura del “mangiare sano”, la forte identità e la maturità dello mercato italiano rende più semplice accogliere nelle tavole prodotti nuovi provenienti dall’estero.

Separati geograficamente da una distanza notevole, in realtà Italia e Giappone sono paesi molto simili su molti fronti, condividendo problematiche come, ad esempio, la bassa natalità, l’invecchiamento della popolazione e una profonda attenzione alle tematiche ambientali. Per questo motivo, le aziende giapponesi godono di numerosi vantaggi, non dovendo differenziare radicalmente i prodotti grazie al target molto simile.

“Negli ultimi anni”– spiega Di Santo – “stiamo assistendo ad una crescita esponenziale di prodotti importati in Italia provenienti dal Giappone, in particolare grazie al boom che sta vivendo la ristorazione giapponese, soprattutto nelle regioni del Nord della penisola”. Il fatto che non siano disponibili ancora dati certi e aggiornati su questo trend, è indice di un processo ancora in corso, ancora ampiamente sfruttabile, in cui è possibile creare un network ampio e stabile di importatori. Mentre per una distribuzione capillare i tempi non sono ancora sufficientemente maturi, per settore della ristorazione la strada è completamente spianata: “secondo le recenti statistiche fornite da Confcommercio” – prosegue il Presidente – “i ristoranti giapponesi rappresentano da soli quasi il 10% della ristorazione etnica presente in Italia”. In questo campo, è interessante notare che il cibo giapponese sta ripercorrendo lo stesso percorso fatto dai prodotti tipici italiani quando muovevano i primi passi nel Sol Levante, mentre cercavano il loro posto tra le abitudini alimentari locali.

Com’è noto, a Milano è in corso Expo, l’esposizione universale. Per questa edizione, il tema scelto è stato “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”. Il padiglione giapponese ha intitolato il suo “Diversità Armoniosa”, proponendosi come modello di riferimento senza distogliere lo sguardo dalla salute dell’ambiente e delle persone. I risultati sono molto positivi e sottolineano ancora una volta l’interesse rivolto alla cultura e al cibo dello stato-arcipelago: il padiglione giapponese ha riscosso finora il maggior successo all’interno della fiera, risultando ad oggi il più visitato. In realtà, nonostante l’elevato numero di visitatori, secondo le istituzioni nipponiche  le potenzialità di Expo sono state sfruttate solo parzialmente. Anche se l’obiettivo di dare risalto all’immagine giapponese in tutto il mondo è stato perfettamente raggiunto, è mancato un vero e proprio supporto alle attività delle aziende e al business. Ideale sarebbe stato, infatti, creare maggiori occasioni per le imprese di farsi conoscere direttamente dai distributori e ristoratori italiani, puntando maggiormente sul B2B con operatori del settore per costruire legami forti e duraturi da sviluppare anche una volta terminato Expo.

La capacità di muoversi in tempi rapidi è fondamentale per saper sfruttare al meglio l’ondata creata da questo evento mondiale, ma sarà necessario affrontare alcuni ostacoli, quali una conoscenza superficiale dei prodotti agroalimentari giapponesi e delle loro proprietà, il loro corretto utilizzo in cucina e i giusti abbinamenti. Inoltre, altre barriere non trascurabili sono rappresentate da quelle di tipo fitosanitario e doganale, per cui mancano ancora degli accordi semplificatori.

Il settore agroalimentare è strettamente legato alla cultura e ai valori di una nazione, e, proprio per le sue profonde radici storiche, non è riproducibile ovunque, è unico e non paragonabile ad altri ambiti economici. Per questo motivo è importante investire in questo settore, per svilupparlo costantemente e farlo crescere al passo con la storia, facendo della propria cultura una vera e propria risorsa.

(Ilenia A.)


 

Fukuoka Foreign Trade Association
Address: 2-9-28 Hakataekimae, Hakata-ku, Fukuoka City 812-8505 Japan
Foundation: 1974. 7th. December
Chairman: Masakazu Namita (Chairman, Seiken Graphics Inc.)
Objective: Promoting international trade and development of local economy in Fukuoka and surrounding area

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