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Il Giappone soffre la carenza di asili

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In Giappone sono molte le donne lavoratrici che incontrano difficoltà nel trovare posto per i propri figli all’interno degli asili: le domande di iscrizione, infatti, crescono a dismisura e le strutture esistenti non riescono a fronteggiarle, con liste di attesa lunghissime soprattutto nelle grandi citta` (Tokyo Sategaya vanta la più lunga lista di attesa del paese, con oltre 1200 bambini).

Proprio per questo, e per la necessità di reperire forza lavoro, le aziende, con l’aiuto del Governo, stanno mobilitandosi affinchè la situazioni migliori.

Secondo Shoichi Iida, portavoce della Nichiigakkan Co. (azienda che si occupa di assistenza ospedaliera e servizi amministrativi), “è importante nel settore privato costruire strutture di custodia dei bambini vicino ai luoghi di lavoro”.

L’azienda in questione è una tra quelle che disporrà di nuove strutture di accoglienza entro breve tempo.

Il Primo Ministro Shinzo Abe, invece, si sta impegnando per ridurre le liste di attesa negli asili, ma il numero di lavoratrici è cresciuto più del previsto e l’obiettivo del Governo di creare spazi per 500.000 bambini sembra difficile da raggiungere.

Proprio gli sforzi del Governo negli ultimi tre anni (fino al 2016) hanno fatto si che si siano riusciti a creare posti nuovi per circa 300.000 bambini, e tuttavia la lista di attesa è comunque cresciuta nel frattempo, rendendo ardua l’impresa.

Altro strumento a sostegno di famiglie e imprese sono stati speciali stanziamenti per sostenere le imprese stesse (500 dal mese di febbraio) nell’apertura di centri di assistenza (600 in grado di accogliere in tutto 14.000 bambini).

In realta` la situazione che il Governo sta affrontando attualmente è addirittura più grave di quella stimata: i dati, infatti, non tengono in considerazione le donne (non poche) che, una volta rimaste incinta, “scelgono” a priori di lasciare il proprio lavoro poichè scoraggiate e consapevoli delle lunghe liste di attesa per gli asili.

R.D.

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