Il Giappone non ha sottoscritto la dichiarazione di condanna inviata da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Canada alla Cina per la controversa legge sulla sicurezza che ha portato agli scontri avvenuti ad Hong Kong nelle ultime settimane.
La decisione di Tokyo, accolta con sgomento da Washington, mostra la difficile e precaria situazione di equilibrio del Giappone, schiacciato tra la gestione delle relazioni con gli USA, alleato chiave per la sicurezza, e la Cina, a cui è legato da forti interessi commerciali.
Il timore del governo giapponese è che un ulteriore inasprimento delle tensioni USA-Cina possa portare allo slittamento della storica visita di Xi Jinping in Giappone prevista per fine anno.
Il Giappone, che ha espresso le sue “serie preoccupazioni sulla situazione in Cina” tramite il portavoce del governo Yoshihide Suga, ha registrato la ferma presa di posizione cinese dichiarata dal portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian che, oltre a criticare la dichiarazione congiunta dei paese anglosassoni, ha anche lanciato un velato avvertimento a Tokyo sulla presa di distanze da Stati Uniti e paesi europei nella speranza che “la parte giapponese creerà condizioni ottimali per realizzare la visita del presidente Xi in Giappone”.
(R.D.)