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Il Giappone leader in nuove tecnologie: in arrivo la “tuta robot”

La Obayashi Corporation, colosso giapponese multisettore, con il core business nel settore delle costruzioni, , ha deciso di investire nel progetto “Powered Clothing”, attraverso la joint venture con la Seimsmic Holdings, azienda americana che opera nel settore dell’abbigliamento.

Che cos’è il Powered Clothing

Si tratta di un capo d’abbigliamento elettronico, una fusione tra tessuto e robotica, che agisce come un’estensione del corpo umano in grado di offrire un sostegno muscolare a chi lo indossa. Questa innovazione sarà d’aiuto nelle attività quotidiane, tra cui il trasporto ed il sollevamento di oggetti, escursioni, attivita` lavorative pesanti e usuranti. Può essere indossato come uno strato al di sotto dei vestiti oppure come abbigliamento sportivo ed è in grado di estendersi in piedi, seduti, camminando e molto altro ancora.

Come funziona

La tuta “Powered Clothing” risponde agli stimoli e ai movimenti naturali del corpo, servendosi di piccoli motori, detti “muscoli robotici”, che sprigionano fino a 30 watt di potenza su ciascun fianco e alla schiena.

Pesa oltre cinque libbre ed emette un rumore molto contenuto, di circa quaranta decibel (un rumore costante, infatti, a seconda dell’utente e dell’attività potrebbe infastidire).

Le batterie agli ioni di litio sono posizionate sulla parte esterna delle gambe, durano circa otto ore, e possono essere rimosse per la sostituzione o per la ricarica.

Si tratta di un esoscheletro?

La tuta essenzialmente funziona come un esoscheletro ma, come riferisce l’amministratore delegato e co-fondatore Rich Mahoney, “si tratta di qualcosa di molto meno ingombrante. Abbiamo capito che tutti indossano i vestiti ma nessuno i robot, e vogliamo introdurre nuove funzionalità nell’abbigliamento, ma mantenere quel rapporto di comfort, funzionalità ed emozione”.

Applicazioni

Il progetto, inizialmente, è stato studiato per aiutare le persone sane ed indipendenti nel proprio lavoro ma può essere applicato per molti altri campi come quello della medicina o in quello militare, per citarne alcuni.

“Stiamo valutando altre applicazioni, per chiunque possa trarne benefici” aggiunge Mahoney “Abbiamo un po ‘di tempo per studiare le applicazioni per la distrofia muscolare, che sarà la prima area medica dove intervenire”.

R.D.

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