Oggi si conclude il nostro breve excursus nel mondo del cibo giapponese: dopo aver parlato di supermercati e ristoranti, ci occuperemo di intolleranze alimentari e diete particolari.
Se non si conosce un minimo di giapponese, o se non si è armati di dizionario e tanta buona volontà, destreggiarsi fra i prodotti esposti sugli scaffali del supermercato e le loro etichette può rivelarsi un’esperienza a dir poco stancante.
Soprattutto nel caso di allergie alimentari e intolleranze, ma anche per chi non mangia carne/pesce/derivati, il rischio di ingerire qualcosa di insiderato è sempre dietro l’angolo.
In generale, ogni prodotto ha la sua etichetta, in cui vengono indicati ingredienti, quantità, valori nutrizionali, modalità di conservazione e date di confezionamento/scadenza.
Spesso (ma attenzione, non sempre!) sono segnalati gli allergeni più comuni quali latte, uova, soia o grano, come vedete nella foto (in ordine: latticini, grano, soia); alcuni supermercati espongono nei reparti dei prodotti confezionati al momento o dei panificati le liste degli ingredienti e/o degli allergeni.
Nel caso siate celiaci, è bene sempre rivolgersi al personale del negozio o del ristorante se non siete sicuri su qualche prodotto; la celiachia è una condizione non molto diffusa in Giappone e anche se il termine esiste, non è detto che il vostro interlocutore la conosca, o ne realizzi a pieno la pericolosità: a costo di risultare pesanti, chiedete nello specifico quali ingredienti sono usati e ribadite che siete allergici (アレルギーがありますarerughii ga arimasu).
Il sito Celiac Travel offre la possibilità di scaricare delle card informative da presentare: quella per il giapponese è reperibile quì.
In questo post su Surviving in Japan potete consultare una dettagliatissima guida alla lettura delle etichette alimentari, con traduzione dei nomi degli alimenti più diffusi e delle indicazioni sulle confezioni. Potrebbe essere utile riassumere, stampare e portarvi dietro le informazioni di cui avrete più bisogno.
Se invece siete vegetariani (ベジタリアン, bejitarian) o vegani (ビーガン, biigan), il Giappone è un paese che pone purtroppo parecchie difficoltà.
Il concetto di “dieta vegetariana” non è molto diffuso, carne e pesce sono praticamente onnipresenti in bentō (i pasti pronti), piatti dei ristoranti, zuppe pronte, prodotti che vengono pubblicizzati come “pieni di verdure”.
Se però latticini e carne sono perlopiù evitabili, lo stesso non si può dire del pesce: il brodo di pesce (だしdashi) è usato in quasi tutte le preparazioni, anche in quelle che in apparenza sembrano non contenere carne o pesce (come ad esempio la zuppa di miso), mentre le scaglie di tonno disidratato (かつお節, katsuobushi) sono sparse un po’ ovunque, a mo’ di prezzemolo.
A complicare le cose, nei ristoranti di solito non si fanno modifiche ai piatti, quindi la richiesta di togliere qualche ingrediente potrebbe mettere in imbarazzo lo staff.
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Allo stesso modo, quando fate la spesa vi conviene controllare se nelle etichette dei prodotti apparentemente vegetali sono contenuti termini come だし o かつお, perchè spesso sono aggiunti come insaporitori.
Ma non temete!
Nelle grandi città ci sono spesso ristoranti vegetariani, ristoranti indiani e anche in quelli giapponesi con un po’ di fortuna riuscirete a trovare qualcosa; consiglio di dare un’occhiata al sito Happy Cow prima di partire, per un elenco dei ristoranti veg-friendly nella città in cui vi recherete; quì e quì potete inoltre consultare degli utili post sull’essere vegetariano in Giappone, con i piatti giapponesi che di per sè non contengono derivati animali.
Forse da questa prospettiva la situazione vi sembrerà tragica, ma basta solo fare un po’ di attenzione.
Buona fortuna!
Chiara Squizzato