Nippon Ryokō (Nippon Travel Agency, ovvero NTA), nata nel 1905, è il primo tour operator giapponese e tuttora leader nel settore.
Il Gruppo si occupa dell’organizzazione di viaggi ed eventi sia in Giappone che all’estero e ha anche una divisione specializzata nel flusso di turisti stranieri nel territorio nazionale, ed ha un rapporto privilegiato con l’Italia essendo anche tra i membri fondatori della Japan Italy Economic Federation.
Riportiamo di seguito alcuni estratti dell’intervista in esclusiva realizzata da FocusGiappone a Hiroshi Yamada, Direttore Generale di Nippon Ryokō – Kyūshū, in merito al presente e al futuro dell’azienda e del business del turismo in Giappone.
In Giappone gli operatori turistici hanno dovuto affrontare in questo ultimo decennio diversi cambiamenti, legati per lo piu’ alla diffusione di internet e dei social media, alle mutate condizioni economiche del Paese e all’invecchiamento della popolazione.
“Internet effettivamente ha posto una sfida impegnativa alle agenzie di viaggio”, spiega Yamada, “ma allo stesso tempo ci ha fornito l’opportunità di espandere il nostro business online: attraverso il sito web della NTA è, infatti, possibile consultare le offerte ed effettuare prenotazioni, specialmente per quanto riguarda i viaggi nazionali.
Anche i social media come Facebook, Twitter e Line [piattaforma molto popolare in Giappone, ndr] sono diventati dei mezzi per attirare nuovi clienti, ad esempio condividendo le foto dei viaggi dei nostri dipendenti.”
“Non si puo` negare – aggiunge Yamada – che ci siano degli aspetti negativi riconducibili all’aumento della concorrenza, visto che molti gruppi del settore turistico, come ad esempio le compagnie aeree, hanno iniziato a vendere direttamente al consumatore voli e pacchetti viaggio.
Tuttavia la NTA ha adottato svariate strategie per farvi fronte, come la creazione di un proprio motore di ricerca e l’ampliamento dei servizi disponibili online”.
Il trend del flusso turistico della clientela giapponese è naturalmente in continuo mutamento: Yamada riporta che, al momento, “c’è un consistente scarto fra le mete ambite e quelle effettivamente scelte.
Il Paese estero statisticamente più scelto, specialmente dai turisti del Kyūshū, per motivi di vicinanza e convenienza economica è la Corea; quelli in cui idealmente si vorrebbe fare il viaggio, tuttavia, sono ben altri: in testa troviamo le Hawaii, seguite dall’Europa, in particolare l’Italia.”
L’Italia continua quindi a esercitare il suo fascino sul Giappone, per il suo immenso patrimonio culturale, per la cucina, il vino e i prodotti artigianali.
Yamada, però, precisa che, a causa dei recenti attentati terroristici, la domanda di viaggi in Europa è in forte calo: “Alle preoccupazioni dei clienti riguardo la sicurezza rispondiamo che probabilmente è sicuro recarsi in Europa, ma purtroppo non possiamo garantirlo al 100%.”
Un ruolo di rilievo nel panorama turistico attuale è rivestito anche da emergenti servizi di house sharing come Airbnb, in netto aumento in Giappone.
Il problema principale di questo tipo di servizio, a detta di Yamada, “[…] è la sicurezza, da un punto di vista dei protocolli antincendio e anti terremoto, e dal punto di vista igienico-alimentare.
Per questo motivo come agenzia di viaggi non ci affidiamo a Airbnb”.
Tali nuove forme di affitto godono di estrema popolarità fra i turisti stranieri che visitano il Giappone, data la carenza di alberghi, soprattutto nelle grandi città.
In aggiunta a questi problemi si presenta loro la difficoltà concreta di utilizzare il complesso sistema di trasporti giapponese, estremamente efficiente ma cionondimeno ostico per chi non conosce la lingua.
“Bisognerebbe tradurre di più nelle lingue straniere, in particolare in inglese, coreano e cinese.
Un’altra misura da adottare è quella di aumentare i servizi di accoglienza, informazioni e guide nelle grandi stazioni”.
Infine, quando gli chiediamo dei consigli per chi visita il Kyūshū per la prima volta, Yamada non ha dubbi: “Nel Kyūshū ci sono degli onsen stupendi, come quelli a Beppu o Kurokawa; anche la cucina locale è molto buona e decisamente meno costosa che a Tōkyō o a Ōsaka.
Le persone inoltre sono cordiali e, anche se non parlano inglese, si faranno sempre in quattro per aiutarvi.
Il Kyūshū è una regione piena di attrattive, che nulla ha da invidiare alle altre città più conosciute del Giappone.”
Chiara Squizzato