Secondo un antico mito che da generazioni si tramanda nella regione di Kumamoto, il giorno in cui la divinità Kunitatsu, un dio dell’agricoltura, si sposò con la dea Hime-miko, fu quello in cui ebbe origine per la prima volta la primavera, la quale portò con sé i bellissimi fiori di ciliegio(sakura) e un buon raccolto per tutta la stagione.
I locali da secoli celebrano nuovamente questa unione il 15 Marzo come rito propiziatorio per invocare con l’arrivo della primavera un abbondante raccolto di riso.
Questa festa ha luogo in una parte del santuario di Aso. Il santuario di Aso è uno dei più antichi del Giappone, situato nelle vicinanze dell’omonimo monte, uno dei più grandi vulcani attivi al mondo. Si racconta che i primi riti fossero antecedenti persino all’ascesa al trono del primo leggendario Imperatore del Giappone Jimmu(660BC). L’area specifica in cui avvengono le celebrazioni è quella del complesso di Ichinomiya che sarebbe stato costruito nel 281DC. Nel santuario di Aso vengono adorate ben 12 kami(divinità scintoiste), tra cui Kunitatsu e Hime-miko, e si dice queste deità risiedano nelle profondità del vulcano.
Il nome della festa è Hifuri-Shinji 火振り神事. Gli ultimi due caratteri 神事 indicano un rituale scintoista. Mentre i primi tre caratteri 火振りcontengono in sé l’essenza del festival e sono 火 fuoco e 振り agitare. Difatti questa festa prevede che di fronte al tempio venga dato fuoco a delle balle di paglia, che vengono poi fatte roteare tramite una corda alla quale sono fissate, in modo da dipingere nell’aria un anello di fuoco. Il tutto viene accompagnato dal suono ritmato dei colpi dei tamburi.
In questo modo viene celebrato in modo simbolico il matrimonio tra le due divinità del santuario e le torce roteanti servono ad accogliere il “goshintai” ovvero l’oggetto sacro che secondo la dottrina scintoista è in grado di accogliere temporaneamente i kami.
Al termine della cerimonia viene data la possibilità anche al pubblico di mettersi alla prova provando a far roteare i fasci di fuoco. Svolgere in prima persona questo rito permette inoltre all’individuo di purificarsi.
Nelle bancarelle presenti all’entrata del tempio, oltre alle tradizionali leccornie presenti in tutte le feste giapponesi, è possibile trovare la specialità locale dell’area di Kumamoto, un piatto di carne di cavallo.
Questo festività è stata inscritta dal Ministero nell’elenco dei beni culturali folcloristici giapponesi da preservare.
Luca Righetto