Armata di lavagne e fogli, attraverso briefing giornalieri online, la governatrice di Tokyo Yuriko Koike ha inviato alla popolazione di Tokyo la richiesta di restare chiusi in uno spontaneo lockdown per evitare la diffusione del coronavirus nella capitale.
Koike, 67 anni, già nota per le sue posizioni politiche che l’hanno vista opporsi ad Abe (senza successo) nelle ultime primarie interne al partito liberal democratico di governo, si sta ricavando un posizionamento nella politica nazionale come figura attiva e molto schietta, in contrapposizione ad un primo ministro dalla stessa definito come lento e inefficace nelle misure di contrasto alla pandemia.
Il Giappone ha registrato 7.411 casi di infezione e 138 morti fino a lunedì, come riferito dall’emittente pubblica NHK, con oltre 2.000 casi a Tokyo, in forte aumento da fine marzo.
Il sessantaquattro per cento della popolazione disapprova la gestione da parte di Abe dell’epidemia, come riportato da un sondaggio sui principali media nazionali.
La posizione “interventista” di Koike ha spinto altri governatori a chiedere la chiusura delle imprese, nonostante il governo centrale li esortasse ad attendere.
“È molto raro i Giappone che i governatori locali si mettano di traverso o contraddicano le disposizioni del governo centrale”, ha affermato Koichi Nakano, professore di scienze politiche alla Sophia University di Tokyo, che aggiunge: “Questo mostra quanto sia percepito come poco autorevole e probabilmente incompetente il governo in questo momento”.
“Pensavo che i governatori avrebbero ottenuto l’autorità simile a quella di un CEO, ma in realtà mi sento più come un impiegato”, ha dichiarato Koike dopo aver vinto la battaglia per la chiusura delle sale gioco, dovendosi però piegare alla pressione per mantenere aperti i barbieri e i centri di arredamento.
“O hai un’emergenza sanitaria, oppure no. Se sei indeciso non ottieni alcun risultato”, ha dichiarato Jesper Koll, amministratore delegato del gestore patrimoniale WisdomTree Japan e noto analista politico. “Koike si sta distinguendo perché offre alle persone ciò che vogliono: una leadership forte che trasmetta fiducia”.
Koike è stata la prima donna in Giappone a ricoprire il ruolo di ministro della difesa e la prima donna a candidarsi, anche se senza successo, a capo del Partito Democratico Liberale al potere. Condivide alcune opinioni conservatrici con Abe, come ad esempio il desiderio di rivedere la costituzione pacifista.
Nonostante le ripetute sfide al centro di comando del suo partito LPD, tuttavia lo stesso partito non dovrebbe ostacolare la sua rielezione come governatore di Tokyo prevista per luglio prossimo, data la grande popolarità acquisita.
(R.D.)