L’Agenzia Nazionale della Polizia ha recentemente reso noti i dati dell’anno 2016 riferiti al numero di persone affette da demenza scomparse.
Dati allarmanti e in costante crescita, da quando sono inziate le statistiche cinque anni fa: nel 2016 si sono contate 15.432 persone scomparse (inclusi quelli sospettati di essere affetti dalla malattia), con una crescita del 26.4% rispetto al 2015.
Tra i dispersi, 471 sono stati purtroppo ritrovati morti; 15.069 sono stati ritrovati entro una settimana dalla scomparsa; moltissimi entro lo stesso giorno; 44 di loro, invece, sono mancati da casa per più di due anni.
Per il quarto anno consecutivo sono più di 10.000 le persone scomparse (nel 2012 ne erano state registrate 9.607).
Scarse le speranza di un miglioramento, considerando che il numero di persone affette da demenza sembrerebbe destinato a raggiungere quota sette milioni entro il 2025, secondo quanto stimato in un rapporto del Ministero della Salute e del Welfare.
Indispensabile, per frenare questo fenomeno, l’intervento delle istituzioni: la polizia e i governi locali stanno intensificando il loro impegno affinchè i dispersi vengano rintracciati il prima possibile.
A tal fine un database contenente informazioni utili quali DNA, abiti indossati al momento della scomparsa e descrizione fisica viene costantemente aggiornato per agevolare le ricerche.
Nella prefettura di Nara un adesivo (fornito dal governo municipale) attaccato sul sandalo di un uomo sessantenne scomparso ha permesso il suo ritrovamento.
Nell’ottobre 2015 il governo della città di Takasaki (prefettura di Gunma) ha consegnato gratuitamente dei dispositivi GPS agli anziani, grazie ai quali sono state ritrovate 141 persone.
Tra i vari provvedimenti, l’avvio di corsi di formazione, promossi dal MInistero della Sanità, che aiutino a comprendere la malattia e ad affrontarla quotidianamente al meglio.
R. D.