La diminuzione costante della popolazione è un aspetto che preoccupa non poco il Governo giapponese.
La bassa natalità, affiancata all’invecchiamento della popolazione e ad una politica piuttosto rigida nei confronti dell’immigrazione stanno generando prospettive future poco confortanti.
L’obiettivo dichiarato del Governo è quello di portare il tasso di natalità ad 1,8 figli per donna, eppure gli ultimi dati annunciati dal National Institute of Population and Sociale Security Research non promettono nulla di buono: entro il 2065, infatti, si stima che la popolazione raggiungerà gli 88,08 milioni, un calo di circa il 30% rispetto al 2015, mentre il tasso di natalità previsto per lo stesso anno è di 1,44 figli per donna.
Inoltre, e` previsto che la popolazione oltre i 65 anni raggiungerà addirittura il 38,4 % del totale.
Le maggiori preoccupazioni sono senza dubbio legate agli aspetti previdenziali e sanitari difficoltosi da sostenere per la popolazione attiva, considerato inoltre che l’aspettativa di vita rispetto al 2015 è (fortunatamente) in crescita: 91,35 anni per le donne (contro gli 86.98 nel 2015) e 84,95 per gli uomini (contro gli 80,75 nel 2015).
La popolazione in diminuzione sta causando lo spopolamento di molte aree, non solo quelle rurali.
Numerose città stanno, infatti, soffrendo gia` da tempo questa carenza (secondo i dati diffusi la scorsa settimana, in riferimento alla città di Shizuoka, la popolazione è scesa per la prima volta al di sotto dei 700.000 cittadini, raggiungendo i 699.421 abitanti).
R.D.