La dedizione e il senso di responsabilità dei giapponesi verso il lavoro sono lodevoli, e tuttavia non si può dire lo stesso quando vengono oltrepassati certi limiti, mettendo a rischio la propria serenità e sfociando nei casi più gravi nei cosiddetti casi “karoshi”(morte da superlavoro) .
Da un recente sondaggio, pubblicato lunedì, condotto dal Japan Productivity Center e dal Junior Executive Council sembrerebbe, però, che la tendenza generale sulla visione del concetto “lavoro” stia mutando.
Ad essere stati presi ad esame, 1882 lavoratori neoassunti, di cui quasi la metà ha affermato di voler uscire dall’ufficio una volta che il lavoro è stato terminato, anche se i loro colleghi o superiori si sarebbero fermati per gli straordinari.
Se in Italia risposte simili non procurerebbero alcuno stupore, in Giappone sono invece segnale di un cambiamento importante: “è evidente la preoccupazione dovuta ai lunghi orari di lavoro e ai recenti casi di cronaca per morte da super lavoro”, ha dichiarato uno dei funzionari intervistati.
Grazie al sondaggio sono emersi altri dati importanti: il 42,6 % degli intervistati ha affermato di lavorare al fine di condurre una vita serena, mentre è in diminuzione la percentuale di coloro che lavorano per testare le proprie abilità (solo un 10,9%). Solo il 9,2% sono gli impiegati che lavorano per “contribuire al bene della società”.
In crescita (39,1%) rispetto all’ultimo sondaggio la percentuale di coloro che considerano il lavoro un mezzo per guadagnare soldi, e in diminuzione (46,5%), di 2,7 punti percentuali, coloro che, invece, accetterebbero uno stipendio minore per un lavoro piu` interessante.
Infine, il 30,8 degli intervistati ha dichiarato di non voler avere niente a che fare con i propri colleghi, fuori dall’orario di lavoro, in crescita di 10,1 punti rispetto allo scorso anno.
R.D.