Inferiore a 22.000 il numero di suicidi registrati in Giappone nel 2016: finalmente, dopo 14 anni consecutivi, il numero per la prima volta scende notevolmente, allontanandosi dagli oltre 30.000 suicidi annui registrati dal 1998 in poi.
Numeri che, pur restando “significativi ” di un forte disagio collettivo, segnano un dato incoraggiante per un paese come il Giappone, abituato a fare i conti con situazioni addirittura peggiori.
Miglioramento, questo, il cui merito è da attribuire sicuramente all’impegno del governo sotto il profilo della prevenzione, attuato principalmente attraverso il sostegno preventivo, sia finanziario (in caso di suicidi legati ad un disagio economico) che psicologico.
Tra i 22.000 casi circa 6.800 donne e 15.000 uomini hanno scelto di togliersi la vita nel 2016, secondo i dati diffusi dall’ Agenzia Nazionale di polizia.
Il Ministero della Salute ha pubblicato, invece, i dati di un sondaggio condotto, dai contorni inquietanti: nel corso della vita un giapponese su quattro avrebbe considerato il suicidio.
Le motivazioni principali sarebbero legate alla salute, ai problemi economici e alle questioni familiari.
R.D.