Con la pesante accusa di aver violato la “legge sui cambi e sul commercio estero”, nella sezione relativa alle “transazioni non consentite”, che includono il divieto di esportare verso paesi terzi non autorizzati apparecchiature impiegabili ad uso militare, un’azienda con sede a Nagoya, nel Giappone centrale, e` stata denunciata alle autorita` per presunti invii in Cina di materiali e apparecchi con possibile uso militare. Secondo gli inquirenti, tra il 2018 e il 2022, per decisione del defunto ex presidente dell’azienda, di origine cinese, morto in circostanze che la Polizia ha definito “non chiare”, sarebbero stati esportati oltre 300 macchinari contenenti un programma con specifiche prestazionali appositamente falsificate per non risultare “ad uso bellico”. Tra i macchinari inviati, per lo piu` nella provincia cinese dello Zhejiang, risulterebbero anche centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, impiegabili per la realizzazione di armi nucleari.
(R.D.)