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E’ record di italiani emigrati in Giappone

Sempre più italiani decidono di trasferirsi in Giappone: raggiunto, infatti, il traguardo storico di presenza italiana, stimato a cinquemila persone nel 2018. 
Sempre più giovani decidono di emigrare, molti per motivi di studio, ma tanti sono solamente di “passaggio”.
Trasferirsi stabilmente in questo meraviglioso paese non è facile, richiede estrema dedizione e attenzione alle differenze culturali e sociali, e spesso accade che il soggiorno di molte persone duri molto poco, e che dopo poco ritornino in Italia.

La presenza delle aziende italiane in Giappone

Basta controllare la lista delle aziende presenti in Giappone, compilata annualmente dalle istituzioni italiane, per rendersi conto di quanto esigua sia la loro presenza, comparata a quella di molti altri paesi stranieri: ad oggi sono, infatti, poco più di cento.
Il mercato giapponese, ricco di opportunità ma molto difficile da penetrare, è per sua natura estremamente complesso e per un approccio di successo non basta partecipare a qualche evento sul posto ma necessita di particolare dedizione e soprattutto tempi lunghi. I settori su cui puntare sono sicuramente l’agroalimentare, settore di traino per entrambi i paesi ed oggetto principale del trattato di libero scambio EPA, che si lega molto anche al tema del turismo, con un’attenzione al biomedicale e IoT.

Ma gli italiani, che posizioni lavorative occupano veramente?

Gli immigrati in Giappone, come in tutti i paesi del mondo, per poter lavorare hanno bisogno innanzitutto del permesso di soggiorno: per quanto riguarda le varie tipologie di “visa”, quella più complicata da ottenere, rispetto ad esempio al visto per motivi di studio, è proprio il visto lavorativo. 
I pochi che riescono ad ottenere un permesso di soggiorno lavorativo si trovano spesso ad affrontare la vita lavorativa con molta difficoltà: molti, infatti, trovano dei lavori che non li gratifica, poco retribuiti rispetto ai colleghi giapponesi e senza sbocchi per il futuro. E’ impossibile, o molto raro, che uno straniero riesca a trovare una posizione lavorativa di tipo dirigenziale e spesso i lavori che si trovano sono unicamente quelli nella ristorazione, in cucina o come camerieri, o nell’insegnamento della lingua italiana.
Nonostante la simpatia che nutrono nei confronti dell’Italia, e degli italiani, i giapponesi difficilmente consentono agli italiani di ricoprire cariche importanti nelle aziende, limitando di fatto la possibilità di uno scambio delle migliori competenze.

R.D.

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