Il primo semestre 2016 ha evidenziato dei dati relativi alle esportazioni italiane in Giappone più positivi che mai.
Si conferma in continua fase di crescita l’interesse per le produzioni italiane nel paese nipponico: a confermarlo i 4 miliardi di euro di esportazioni italiane, con un aumento totale del 3,8%.
Di assoluto rilievo la categoria dei tabacchi, che ha registro il record per incremento di oltre il 1300%, dovuto all’enorme successo di vendite di Philip Morris, la cui produzione di sigarette viene effettuata quasi per intero nello stabilimento in Italia.
Da registrare, inoltre, un aumento del 34% nelle esportazioni italiane nel settore “carni e frattaglie commestibili”, dovuto alla rimozione del divieto di importazione dei prodotti appartenenti alla categoria.
Notevole, infine, l’incremento del 12,3% di “prodotti chimici ed organici”.
Facendo riferimento ai dati pubblicati dall’ ICE nel 2015, l’Italia è il terzo esportatore europeo verso il Giappone, dietro solo a Francia e Germania.
I settori che hanno avuto una maggiore crescita sono quello dell’abbigliamento e dei macchinari.
Buoni anche i dati dei settori della chimica, elettronica, mezzi di trasporto e strumenti di precisione.
Male il settore farmaceutico e si registra anche un piccolo calo in quello agroalimentare.
Sarebbe interessante , in caso di esito positivo nei negoziati tra EU e Giappone per un Free Trade Agreement, analizzare le variazioni degli interscambi con l’eliminazione delle barriere doganali.
RD