Ad oggi 31 gennaio (la situazione evolve in modo estremamente rapido) le autorità sanitarie cinesi hanno confermato 213 vittime e 9692 infetti dal nuovo Coronavirus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è riunita nella giornata di ieri a Ginevra e ha dichiarato l’emergenza globale, dal momento che sono stati rilevati 83 casi in 18 paesi al di fuori della Cina. Di questi, 7 casi non sono scaturiti da soggiorni in Cina e nessuno si è rivelato mortale.
Per quel che riguarda il Giappone, il primo caso di Coronavirus è stato registrato il 16 gennaio scorso nella prefettura di Kanagawa, poco distante da Tokyo. Il 29 gennaio sono stati confermati due casi contemporanei di Coronavirus non dovuti a soggiorni a Wuhan o in Cina. È il caso di una guida turistica di Osaka e di un autista di autobus di Nara. I due hanno contratto il virus in seguito ad un tour turistico a Nara in autobus per un gruppo di turisti di Wuhan.
Il Governo ha organizzato dei voli appositi per far evacuare i cittadini che soggiornano nella città di Wuhan (che sono stimati essere circa 560). Dopo il volo di mercoledì scorso sono stati registrati 3 casi tra i 206 passeggeri del volo, di cui due, pur positivi al test per il virus, risultano privi di sintomi. Giovedì gli infetti in Giappone sono passati da 11 a 14, con nuovi tre casi che riguardano uno studente universitario cinese in scambio nella zona ovest delle prefettura di Kyoto; un cinquantenne straniero nella prefettura di Mie, e un’ autista trentenne residente nella provincia cinese di Hunan. Ad ogni modo, pare che tutti e tre gli individui avessero soggiornato a Wuhan tra fine dicembre e metà gennaio prima di arrivare in Giappone. Questa mattina un ulteriore volo organizzato dal governo ha riportato in Giappone 149 passeggeri, di cui 8 sono stati trasportati in ospedale a Tokyo per accertarsi delle loro condizioni, anche se non si ha la conferma che si tratti di nuovi casi di Coronavirus. Al momento il Governo sta discutendo nuove misure, dato che dopo le dichiarazioni dell’OMS di ieri è costretto a vietare l’ingresso in Giappone a chi ha contratto il virus.
La popolazione giapponese sembra essere abbastanza divisa sulla questione. C’è chi ha paura dell’aumento delle persone infette in Cina dal momento che non esiste ancora un vaccino (intanto a Sapporo c’è chi nei ristoranti affigge cartelli vietando ai turisti cinesi di entrare), mentre altri paiono rassicurati dai dati, considerando il basso numero di contagi al di fuori della Cina e la bassa probabilità che chi venga contagiato possa vedere la sua condizione aggravarsi.
Inoltre le procedure di prevenzione non sono particolarmente complicate.
Il Governo giapponese sta mantenendo una posizione non allarmistica verso la popolazione, confermando che la diffusione del virus è contenuta, ma invita comunque a predisporre le normali procedure per evitare contagi, le stesse adottate per prevenire una più comune influenza (lavare le mani spesso, indossare mascherine ecc.). Inoltre, tra le misure adottate, il Governo ha dichiarato l’ospedalizzazione obbligatoria e gratuita per chi ha contratto il virus (le stesse misure che ha adottato anni prima con la diffusione della MERS, nel 2014, o della SARS, nel 2002).
Generalmente (come constatiamo in modo diretto qui sul posto) si sta vedendo che anche nei mezzi pubblici stanno aumentando le operazioni di pulizia e disinfezione nei confronti di autisti e passeggeri.
Gli aeroporti giapponesi stanno ad ogni modo prendendo le dovute precauzioni, invitando i passeggeri a segnalare qualsiasi tipo di sintomo agli uffici di quarantena degli aeroporti, in particolar modo sulle tratte che collegano il Giappone alle principali città cinesi. Tuttavia, le compagnie aeree giapponesi non stanno sospendendo voli sulla tratta cinese, a differenza dell’Italia, che da ieri ha bloccato tutti i voli da e per la Cina.
In conclusione, il Giappone sta adottando le misure internazionali e interne per bloccare l’espansione del Coronavirus. Ha registrato ad oggi un totale di 14 casi accertati. Pur essendo questo un dato da non sottovalutare, bisogna ricordare che fortunatamente nessuno di questi è finora considerato grave.
Anna Nino