I 10 autori giapponesi contemporanei imperdibili: ultima parte (10)
Questa piccola rubrica nasce dalla mia passione per la letteratura giapponese che mi piacerebbe condividere con voi. In particolare, vorrei parlarvi di quegli autori che si sono affermati nel panorama lettarario giapponese e internazionale e le cui opere sono disponibili anche in traduzione italiana. In fondo a ogni profilo troverete alcuni titoli per quelli di voi che volessero immergersi subito nella lettura.
Yoshimoto Banana
Senza dubbio l’autrice giapponese più nota in Italia grazie alle molteplici traduzioni già presenti da molti anni anche in lingua italiana, Yoshimoto Mahoko “Banana” ha conosciuto un successo senza precedenti per i suoi colleghi nipponici dando luogo negli anni novanta a una vera e propria “Banana mania”.
Figlia del famoso poeta e filosofo Yoshimoto Takaaki, si laurea alla Nihon University in letteratura e comincia a scrivere mentre lavora come cameriera in un golf club con lo pseudonimo di Banana, considerato da lei stessa carino e androgino.
Il 1987 è l’anno del debutto con il celeberrimo Kitchen, il cui titolo deriva dall’ossessione della protagonista per la cucina.
La storia si snoda attorno all’idea centrale della perdita della propria famiglia e alla possibilità di ricostruirsene una nuova, questa volta potendola scegliere.
Compaiono qui già i temi che Banana stessa ritiene siano quelli fondanti del proprio lavoro, ovvero “l’esaurimento dei giovani giapponesi nella società contemporanea” e “il modo in cui le esperienze terribili influenzano la vita di ognuno”.
In particolare quelle problematiche che i giovani giapponesi devono affrontare nella vita di tutti giorni legati al fatto che si sentano intrappolati tra sogno e realtà, in un contesto urbano sempre più alienante.
Banana sceglie di rivolgersi ai propri lettori in maniera amichevole e molto personale, con continui riferimenti al cibo e ai sogni da cui dice di riuscire a trarre la maggiore ispirazione.
E proprio per questo suo approccio alla letteratura è diventata il bersaglio di molti critici poiché la sua scrittura viene ritenuta troppo pop e ammiccante.
Non solo ma sembra anche andare a braccetto con gli shojo manga, i fumetti per ragazze, caratterizzati da elementi stucchevoli come l’eccessiva innocenza, l’ingenuità, la nostalgia, l’essere graziosi, tutti clichè che potrebbero essere riproposti all’inifinto e che renderebbero la sua opera eccessivamente commerciale.
Tuttavia pare proprio il suo riuscire a giocare continuamente tra sogno e realtà e con la sua vicinanza offrire ai propri lettori una speranza la chiave del suo successo che, anche a distanza di più di ventanni dal suo primo romanzo, fanno sì che rimanga una delle autrici giapponesi più amate.
Consigli di lettura:
Kitchen
Tsugumi
Andromeda Heights. Il Regno – Vol.1
L’abito di piume
Un viaggio chiamato vita
Foto https://twitter.com/y_banana
Chiara Bronzini