I giapponesi preferiscono bere a casa: il centro studi di Asahi Group Holdings (uno dei colossi mondiali produttori di birra, che ha acquistato recententemente anche l’italiana “Peroni”) ha pubblicato un risultato interessante emerso dalle ultime ricerche di mercato condotte in Giappone.
Fino ad ora era abitudine comune tra i lavoratori giapponesi bere negli “izakaya” (trattoria giapponese, luogo tipico di riunione quotidiana tra colleghi al termine della giornata di lavoro), eppure ad oggi, secondo la ricerca condotta da Asahi, il 75.2% dei lavoratori dichiarano sorprendentemente di bere a casa piu` di due volte la settimana. Questa nuova tendenza (che per il Giappone rappresenta una “novita`” importante anche sotto il profilo culturale e sociale) e` ancor piu’ marcata nella fascia di eta` “senior”.
Il 60% dei consumatori spende meno di 5,000 yen al mese per gli alcolici da bere a casa (il che equivale pressapoco a una cassa da 24 lattine di birra da 350ml al mese).
I dati provenienti dai principali consorzi dei produttori di sake dicono che in Giappone le persone che bevono alcolici sono in aumento. Stando alla ricerca di mercato condotta su un campione di 3,000 persone comprese tra 20-79 anni (e` la riproposizione della medesima ricerca effettuata 30 anni fa), le persone che dichiarano di bere alcolici sono il 78% (+10.4%): l’ 83.6% (+0.2%) degli uomini e il 72.9% (+20.3%) delle donne.
Le giovani generazioni, in generale, mostrano meno interesse verso il consumo di alcolici, ma piu` desiderio e curiosita` di provare nuove tipologie di alcolici, e questa e` anche la fascia di consumatori che preferiscono ancora bere fuori casa (5.5 volte / mese contro le 3.1 volte/mese dei sessantenni).
Il dato forse piu’ interessante per le aziende italiane o semplicemente per i curiosi e` probabilmente quel sia il tipo di alcolici piu’ consumati dai giapponesi. La risposta e` la seguente:
No.1: Birra (61.2%)
No.2: Sake (35.5%)
No.3: Vino (32.5%)
Il sake, pur trovandosi al secondo posto, ha consumatori quasi unicamente tra i 50enni e i 60enni.
Il consumo di sake` tra i giovani sta al 26.6%, addirittura inferiore rispetto a whisky (39.5%) e cocktail (33.5%).
Col recente accordo di libero scambio (EPA) tra Giappone ed Europa, si prevede che i vini in particolare, che non avranno piu il peso dei dazi doganali di prima, guadagnera` molte posizioni e certamente si posizionera` a ridosso della birra tra le preferenze dei consumatori giapponesi.
Tomomi Yoshimura Di Santo