Il 2 settembre a Vladivostock si è svolto il Forum Economico Orientale, evento a cui hanno partecipato il premier russo, quello giapponese e quello della sudcoreano, mentre a rappresentare la Cina una delegazione priva di grandi personalità.
Questo evidenzia come la Russia, organizzatore dell‘incontro, miri ad intensificare e variare la propria politica in Asia per attirare gli investimenti soprattutto dal Giappone: in realtà i rapporti tra i due paesi sono già molto avviati complice, secondo gli esperti, un ridimensionamento delle previsioni sui risultati delle collaborazioni con la Cina.
Altro dato da sottolineare e` l’assenza di capi di stato delle nazioni europee: questo evidenzia una fase di stallo nei rapporti con EU-Russia, che si traduce in un danno per l’economia europea ed italiana (basti pensare che, secondo i dati forniti da Coldiretti, le esportazioni del Made in Italy in Russia hanno raggiunto il minimo negli ultimi dieci anni).
Infatti, ad oggi i prodotti italiani risultano quelli più penalizzati dalle misure restrittive decise nei confronti della Russia.
Oltre al danno economico determinato dalla mancata esportazione si verifica, poi, un danno d’immagine collaterale e devastante dovuto alla diffusione nel mercato di prodotti di imitazione, che trovano cosi spazio e sottraggono importanti quote di mercato future.
È importante riflettere su questi dati e riconsiderare, alla luce dei nuovi equilibri politico-economici mondiali in fase di creazione, la posizione italiana troppo lenta a cogliere le opportunita` di puntare con forza verso naturali partner quali il Giappone e verso mercati geograficamente e culturalmente piu‘ vicini proprio come quello russo.
D.S.