Ufficializzato da pochi giorni il rinvio ad ottobre 2019 dell’aumento dell’imposta sui consumi (dall’otto al dieci per cento) in Giappone, programmato per aprile 2017.
La decisione del Primo Ministro Abe ha provocato reazioni opposte nella coalizione che lo sostiene, divisa tra favorevoli e non, ma di certo molto apprezzata dall’elettorato.
Yasuhiro Saro, numero uno di Mizuho Financial Group, ha dichiarato che con questo rinvio il Giappone rischia un downgrade, mettendo a rischio il rating dei titoli di Stato.
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Standard & Poor’s, convinto che l’aumento dell’imposta spingerà la crescita economica del paese, ha migliorato dallo 0,4% all’1% la sua previsione di progresso per il Pil del Giappone nel 2017, rivedendo anche la stima d’inflazione all’1% circa.
Il primo rincaro dell’imposta sui consumi in 17 anni, dal 5% all’8% introdotto nell’aprile 2014, era stato considerato il principale responsabile dello scivolamento del Giappone in recessione.
Sonia P.