Si è svolta domenica scorsa a Niigata (nel Giappone nord occidentale) una cerimonia commemorativa, in occasione del decimo anniversario dal potente terremoto che colpì la zona nel 2007.
L’epilogo fu di oltre duemila feriti, quindici morti e tantissime strutture distrutte: l’ennesimo dei tanti eventi disastrosi che il Giappone si trova ad affrontare di frequente.
Un tasselo di storia, che porta con sè il dolore di intere famiglie: un mattino, che sembrava come tutti gli altri, si è trasformato in un brutto ricordo .
Alle ore 10:13 un sisma di magnitudo 6.6 ha seminato il terrore, lasciando intere famiglie senza casa, distrutte dalla perdita dei loro cari con un segno indelebile che la forza della natura ha scolpito per sempre nei loro cuori.
Il terremoto provocò inizialmente un allarme tsunami, rientrato fortunatamente poco dopo.
In quell’occasione il premier Shinzo Abe, in piena campagna elettorale, si diresse immediatamente nell’epicentro del terremoto.
Centoventi i mezzi di soccorso inviati dal Governo ed oltre quattrocento i soldati che arrivarono sul posto.
A peggiorare ulteriormente la situazione fu la fuga radioattiva provocata dal terremoto, nella centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa (a 16 km di distanza dall’epicentro del sisma).
L’impianto rimase chiuso per circa due anni in seguito all’incidente.
“Il sostegno reciproco è stato fondamentale per la ricostruzione” ha dichiarato il sindaco di Kashiwazaki Masahiro Sakurai.
Presente alla cerimonia commemorativa anche il presidente della Tokyo Elecric Power Holdings Inc. che gestisce la centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa.
R.D.