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NAGASAKI, la fenice del Kyushu

Un giorno trascorso a Nagasaki ci ha dato la possibilità di entrare nella storia, catapultandoci 70 anni indietro nel tempo, nella mattina del 9 agosto 1945, quando il tempo si fermò alle 11.02.

Nella città distrutta dalla bomba nucleare “Fat Boy”, sganciata dal bombardiere B-29 Superfortress americano di nome “Bockscar”, abbiamo visitato l’Atomic Bomb Museum, nel quale è possibile vedere una raccolta di numerosi reperti rinvenuti dopo lo scoppio, la storia della città e vari video nei quali vengono intervistati alcuni dei sopravvissuti. Il clima che si respira all’interno del museo è carico di emozioni e tristezza per un atto che segnò la vita di un intero popolo e la storia mondiale. L’abominio che venne compiuto per mano degli americani causò 150.000 vittime tra cui 70.000 persone morte in una frazione di secondo. Da includere nel conto sono tuttavia anche i numerosi deceduti successivamente,a causa delle ferite riportate e dei danni causati dall’esposizione alle radiazioni nucleari.

Successivamente abbiamo visitato il vicino National Peace Memorial Hall for the Atomic Bomb Victims dedicato per l’appunto alle vittime della bomba, nel quale si accede passando attraverso una fontana, che simboleggia l’acqua disperatamente chiesta dalle persone investite dall’ondata di calore, ma non decedute sul colpo.

La terza tappa della nostra visita è stata il Ground Zero, epicentro della esplosione. Nel punto di impatto è stato costruito un cenotafio, divenuto luogo di preghiera e di riflessione. Accanto al monumento, è possibile vedere ancora un parte della facciata della Urakami Cathedral, una delle poche strutture sfuggite alla devastazione. Non molto distante, su una collina, nel Parco Memoriale della Pace si erge l’imponente Statua della Pace, carica di simboli: il braccio destro disteso verso il cielo indica il punto da cui cadde la bomba; il braccio sinistro, steso verso l’orizzonte, è simbolo della pace eterna; gli occhi chiusi in preghiera per le vittime; la gamba piegata in segno di meditazione e riflessione per il futuro e la gamba con il piede sul suolo rappresenta la necessità di alzarsi e protestare contro le bombe nucleari.

Volendo poi godere della vista sull’intera città di Nagasaki, abbiamo deciso di raggiungere la statua dello Shogun Hidehito I Kan’in, posta nel Parco Kazagashira, in cima ad una scalinata lunga circa 500 metri. Per arrivarvi abbiamo attraversato inoltre il famoso Spectacles Bridge (Meganebashi).

Dopo aver visitato la parte storica della città, abbiamo fatto ritorno alla stazione di Nagasaki e, dopo averla perlustrata, abbiamo ripreso l’autobus diretto che ci avrebbe riportato alla stazione di Hakata, a Fukuoka (sia per la andata che per il ritorno abbiamo usato la linea Nishitetsu highway buses, A/R 4,630 yen a persona).

Naturalmente questo articolo risulta riduttivo per l’argomento trattato e riteniamo sia fondamentale vivere questa esperienza in prima persona per poter provare le emozioni che il luogo è in grado di generare e trasmettere in maniera molto soggettiva.

(Mattia C. e Ilenia A.)

 

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