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Le Olimpiadi saranno un guadagno per Tokyo?

L’impegno per le Olimpiadi 2020 è intenso e costante: nonostante ciò, i ritardi nelle costruzioni e i continui imprevisti non mancano e mettono a rischio la buona riuscita dell’evento.

Le Olimpiadi, come da programma, avranno inizio il 24 Luglio 2020 e termineranno il 9 agosto, mentre le Paraolimpiadi inizieranno il 25 agosto per terminare il 6 settembre.

Periodi questi, in cui si registrano solitamente i maggiori picchi di caldo: una minaccia sia per gli atleti che per gli spettatori.

Gli organizzatori, quindi, stanno progettando alcune soluzioni per il problema delle alte temperature per gli atleti come ad esempio delle tecnologie che, applicate alle pavimentazioni, riducono le emissione di calore.

Le aspettative createsi intorno alle Olimpiadi 2020 sono alte e il Governo giapponese spera che queste possano portare ad un ottimo risvolto economico (favorendo ad esempio il turismo).

C’è qualcuno, però, che non la vede esattamente in questo modo: l’ economista Andrew Zimbalist è convinto che il Giappone non abbia nessun elemento che possa assicurare un successo. Secondo l’economista, “il piano per lo sviluppo della città ospitante deve precedere le Olimpiadi e non essere programmato in seguito per adattarsi ad esse in base alle richieste del CIO (Comitato Organizzatore Olimpico)” .

Zimbalist afferma che una città da prendere ad esempio in questo caso è Barcellona che ospitò le Olimpiadi nel 1992.

“Il CIO avanza richieste esorbitanti alle città ospitanti, soprattutto sotto il punto di vista della costruzione”, ha affermato Zimbalist.

L’aspettativa, inoltre, che i giochi Olimpici possano favorire il turismo secondo lui e’ errata: “il turismo durante le Olimpiadi è semplicemente un “turismo diverso” che anzi scoraggia il turista classico interessato, invece, a visitare il territorio e quindi frenato sia dai prezzi eccessivi di alberghi e ristoranti sia dall’eccessivo caos dovuto all’evento.
Tokyo è una città che non ha bisogno delle Olimpiadi per farsi conoscere, diversamente da Barcellona che nel 1992 non era una tra le destinazioni turistiche europee” aggiunge ancora l’economista.

R.D.

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