Le machiya(町家) sono le case di città tradizionali giapponesi, esse fanno parte delle cosiddette minka(民家), letteralmente “case del popolo”, abitazioni destinate in passato agli artigiani, allevatori e mercanti, ovvero al ceto non nobile, di cui si hanno le prime testimonianze a partire dal quattordicesimo secolo, anche se la loro diffusione maggiore risale al periodo Edo(1603-1868).
Le machiya sono costruzioni povere, realizzate con materiali naturali, come legno, bambù, paglia e carta. Solitamente la base viene costruita sopraelevata di almeno dieci centimetri dal suolo e poggiata su travi di legno orizzontali in modo da proteggere dall’ umidità e dagli allagamenti in caso di piogge abbondanti.
L’entrata di queste abitazioni, chiamata genkan(玄関), presenta un’anticamera dove le scarpe devono essere rimosse prima di entrare nelle altre stanze. Le scarpe vengono lasciate solitamente in un getabako(下駄箱), armadietto il cui nome deriva dai sandali di legno che venivano comunemente indossati in passato, i geta.
Le stanze all’interno sono separate da porte scorrevoli realizzate in carta di riso, detta washi(和紙).
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A seconda dello spessore della carta impiegata le porte prendono il nome di fusuma(襖) o shōji(障子). I fusuma sono realizzati con una carta più spessa ed opaca e fungono da vera e propria barriera tra una stanza e l’altra, un po’ come i muri nelle case occidentali, anche se i fusuma a differenza delle pareti possono essere rimossi per creare più spazio.
Gli shōji sono fatti con una carta sottile affisa su di un reticolo di legno e grazie alla leggerezza del materiale la luce riesce a filtrare, rendendoli ideali per stanze che necessitano di più luce.
Il motivo per cui in Giappone è obbligatorio togliersi le scarpe in casa è dato dalla presenza del tatami(畳), tipica pavimentazione giapponese composta da paglia di riso intrecciata e pressata.
Il tatami era cosi’ diffuso nelle case giapponesi da essere ancora oggi utilizzato come unità di misura standard per misurare l’ampiezza di una stanza. In genere, il tatami viene utilizzato nelle stanze in cui ci si siede per terra, come ad esempio la sala da pranzo o la camera da letto, mentre per il resto della casa si utilizza il legno.
In passato il tatami era considerato un lusso e veniva impiegato solo per le stanze in cui era comune sedersi, oggi invece si possono trovare in tutte le parti della casa.
Sui tatami infatti, non possono essere utilizzate le sedie in quanto lo rovinerebbero, quindi si è soliti sedersi per terra o su di appositi cuscini detti zabuton(座布団), nati appunto dalla pratica di sedersi sul tatami ed utilizzati anche nei tempi buddisti durante la meditazione zen.
In origine lo zabuton era realizzato con tessuti pregiati, ma a partire dal periodo Edo si sono cominciati a diffondere zabuton in cotone molto più economici.
Nelle case Giapponesi tradizionali è possibile anche trovare stanze con pavimentazione interamente coperta di tatami chiamate washitsu(和室) in cui si trova una piccola alcova ornamentale dove vengono appese pergamene e quadri accompagnati da composizioni floreali(ikebana), ceramiche o incensieri, la tokonoma(床の間).
La tokonoma appari’ per la prima volta alla fine del medioevo nelle case dei samurai ed ora viene situata nelle stanze per gli ospiti.
Nelle case tradizionali giapponesi il bagno e la toilette si trovano in stanze separate. La stanza in cui si trova la vasca è costituita da un’anticamera dove ci si toglie i vestiti, uno spazio dove ci si può lavare e la vasca vera e propria in cui si entra solo dopo essersi puliti al suo esterno.
L’acqua della vasca dopo l’utilizzo non viene svuotata in quanto tradidionalmente viene utilizzata da tutta la famiglia, seguendo un preciso ordine gerarchico.
Se sono presenti degli ospiti, questi vi accedono per primi, seguiti dagli anziani, dai figli e dalla madre, che entra per ultima in contemporanea a eventuali bambini piccoli che non sono in grado di farlo in autonomia.
Infine, per quanto rigurda la camera da letto, nelle case tradizionali si utilizza al posto dei letti all’occidentale il futon(布団), materasso che viene steso direttamente sul tatami.
Il futon, per questioni di spazio, durante il giorno viene arrotolato e ritirato nell’armadio per poi essere steso a terra solo al momento di andare a dormire alla sera.
Irene Begni