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LA TRADIZIONE DEGLI HASHI

Gli “hashi”, termine giapponese per indicare i bastoncini di eguali dimensioni utilizzati per il cibo, risalgono alla dinastia cinese Shang tra il 1600 ed il 1100 a.C.

Al giorno d’oggi gli usi e le etichette per utilizzare correttamente le bacchette non sono universali ma legati allo Stato in cui vengono impiegate e, in questo modo, si differenziano a seconda che si tratti della cultura cinese, giapponese, coreana , vietnamita o altre.

Concentrandosi in particolare sugli hashi, la cultura giapponese prevede che i cibi non possano essere trasferiti dalle bacchette di una persona a quelle di un’altra, ma passando semplicemente il piatto dal quale prendere il cibo, poiché il gesto ricorda lo spostamento delle ossa del defunto durante la cerimonia funebre.
Allo stesso tempo non le si deve inserire verticalmente in una ciotola di riso, gesto simboleggiante la morte, né tantomeno si possono incrociare sul tavolo.

Questi bastoncini possono avere una lunghezza variabile, sono affusolate verso le estremità, appuntite e dipinte, o laccate per decorarle e renderle impermeabili all’acqua.

Dai materiali più pregiati come giada ed avorio, le più utilizzate quotidianamente sono quelle in plastica o in legno. Quelle in plastica non si deteriorano con l’uso prolungato, non vi si annidano batteri ma non è semplice prendere il cibo come lo sarebbe con quelle di legno; quest’ultime tuttavia presentano il fenomeno opposto: con l’uso prolungato si deteriorano e, se non vengono pulite adeguatamente, possono annidare batteri.

Molto spesso, quindi, nei ristoranti si trovano le cosiddette waribashi, le bacchette “usa e getta”, fatte di legno e la cui parte superiore è attaccata all’altra, necessitando quindi di essere spezzata, per dimostrare di non essere stata utilizzata in precedenza da altri.

Vengono tuttavia a generarsi dei problemi legati all’impatto negativo che questi bastoncini “usa e getta” hanno sull’ambiente: in Cina ne vengono usati circa 45 miliardi all’anno e si è stimato che, continuando con questo regime, si arriverà ad esaurire le foreste cinesi entro qualche decennio.

Nel 2003, è stato fatto uno studio in base al quale l’uso regolare degli hashi potrebbe aumentare lievemente il rischio di sviluppare l’artrosi nella mano; inoltre, sono stati avanzati timori circa il fatto che l’utilizzo di certi tipi di bacchette “usa e getta”, fatte di legno scuro sbiancato con candeggina, possa causare tosse o addirittura asma.

Bortolotti Eleonora

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