La rivoluzione robotica

E` a partire dalla rivoluzione industriale che, nel mondo occidentale, si discute della sostituzione graduale del lavoro dell’uomo con quello delle macchine, e di come questo processo da una parte porti innovazione, aumento della produttività e sviluppo, ma dall’altra significhi, almeno nel breve termine, diminuzione dei posti di lavoro e stipendi più bassi.

In Giappone la situazione è completamente diversa: la domanda di lavoro da parte delle aziende è più alta rispetto alla forza lavoro disponibile, e ciò è dovuto in parte alle politiche molto restrittive in termini di immigrazione e al crescente invecchiamento della popolazione, che rende la fascia dei pensionati sempre più ampia e quella dei lavoratori sempre più ristretta.

Il piano del Primo Ministro Abe per affrontare questo problema è chiaro, deciso ed ha un nome: “rivoluzione robotica”.

Cosa significa? Sappiamo che il Giappone è da sempre un paese all’avanguardia per quanto riguarda la produzione di robot, impiegati, fino ad ora a livello industriale, soprattutto nel settore automobilistico e dei semiconduttori. L’obiettivo del Governo è quello di ampliare il mercato nei prossimi anni in modo da risolvere il problema della mancanza di forza lavoro e aumentare la produttività. Si stima che per il 2025, grazie all’utilizzo di queste macchine, il costo della forza lavoro potrà diminuire del 25 %.

Il potenziale utilizzo dei robot non si ferma al contesto produttivo, ma si estende anche a quello distributivo. La Toho Holdings Co., per esempio, è un centro distributivo da 10 miliardi di Yen con 130 lavoratori impiegati, circa metà dei lavoratori che solitamente sono utilizzati in centri di simili dimensioni. Grazie all’impiego di robot per il trasporto dei materiali, la produttività per lavoratore aumenta del 77%; la ragione dell’utilizzo così intensivo di macchine, spiega il direttore dello stabilimento, è dovuto alla carenza di lavoratori disponibile in Giappone.

Le nuove frontiere giapponesi della robotica si estendono, inoltre, alla creazione di arti bionici, utilizzabili sia nelle fabbriche che in ambito medico. Molti sono i possibili impieghi dal punto di vista dell’assistenza ai pazienti in ospedale, come il sollevamento di persone che non si possono muovere. È stato sviluppato, inoltre, un sistema che, dotato di una telecamera, può richiedere soccorsi per i pazienti che necessitano di assistenza, senza il contributo umano.

Oggi la vera sfida è ridurre i costi di produzione di tali macchine.

 

In Giappone, l’idea dominante è che l’utilizzo dei robots non rappresenti una minaccia, come spesso più di qualcuno ha pensato, bensì una risorsa fondamentale da sfruttare per risolvere il problema della mancanza di forza lavoro.

I giapponesi sperano che in  futuro i robots divengano talmente diffusi da diventare incorporati nella vita stessa delle persone.

(Silvia Z.)