In Giappone si registrano i tristemente noti decessi legati al troppo lavoro, che prendono il nome di “karoshi“.
Suicidi o morti involontarie riconducibili al troppo lavoro rappresentano un serio problema con cui il Governo giapponese deve fare i conti: un’indagine condotta tra dicembre 2015 e gennaio 2016 è uno dei primi passi ufficiali adottati dal Governo per prendere atto del problema e cercare di limitare i casi al minor numero possibile.
L’indagine, basata sulle risposte di oltre 19.000 lavoratori e 1.743 aziende, ha fatto luce su una triste realtà: dal rapporto diffuso è emerso che in circa il 10% delle aziende prese ad esame sono presenti lavoratori che svolgono tra le 80 e le 100 ore di straordinario al mese, mentre un 11% circa di aziende ha dichiarato di avere dipendenti che svolgono oltre 100 ore di straordinario al mese.
Il fenomeno risulta particolarmente diffuso nel settore dell’industria (con il 44% circa di dipendenti che svolgono più di 80 ore di straordinario), in quello dell’ingegneria (con una percentuale del 40.5 % di personale che svolge più di 80 ore di straordinario) e nelle società di trasporti e servizi postali (con una percentuale del 38.4 %).
Il Governo ha, inoltre, comunicato che nell’anno fiscale 2015 sono stati registrati 96 decessi dovuti ad attacchi cardiaci ed ictus legati all’eccesso di lavoro, ai quali ha riconosciuto un risarcimento.
93 sono i casi (registrati) di persone che hanno avuto problemi legati al lavoro o hanno tentato il suicidio.
Secondo gli esperti, le stime realizzate e i dati emersi sono molto al di sotto di quelli reali.
L’obiettivo del Governo è quello di intraprendere misure per ridurre al 5% della forza lavoro totale la percentuale di dipendenti che lavorano per più di 60 ore a settimana e che vengano loro pagate il 70% delle ferie entro il 2020.
R.D.