E` immaginario comune che la società giapponese sia estremamente rigida e severa nelle forme e nei comportamenti, e la realtà non si discosta molto da questa idea collettiva.
Ci sono delle rigide regole comportamentali da rispettare sia nel lavoro, verso colleghi o superiori, sia nella vita quotidina verso estranei o amici.
Sarà certamente capitato, soprattutto se si leggono manga o si guardano anime, di incontrare le parole “kouhai” o “senpai”, che stanno ad indicare colleghi o anche semplici compagni di scuola che hanno rispettivamente un età inferiore o superiore alla nostra.
Queste distinzioni vengono fatte perchè diventa fondamentale avere sempre ben presente con chi si sta parlando e, in base a ciò, utilizzare appropriati gesti e un adeguato linguaggio.
La stessa lingua subisce radicali modifiche a seconda della persona a cui si sta parlando.
Infatti, il “nihongo”, il giapponese quotidiano, diventa “keigo”, un giapponese molto più formale, il corrispettivo del nostro “dare del lei” ma molto più complesso nelle forme e nei contenuti.
In modo particolare nel mondo del lavoro puntualità, abbigliamento appropriato al contesto, educazione e rispetto verso superiori e soprattutto verso i clienti sono un “must” per ogni giapponese.
Questa premessa è necessaria per fare chiarezza al lettore sulla realtà trattata e quindi per poter introdurre il tema di questo articolo ovvero l’Izakaya.
L’Izakaya (居酒屋), composto dalle parole “i” (居) sedersi, “sake” (酒) e “ya” (屋) negozio, è un tipico pub giapponese che può essere associato ai pub irlandesi o alle taverne americane.
Cibo, bevande e sapori antichi si riuniscono: è, infatti, possibile bere dell’ottimo nihonshu (impropriamente conosciuto come sake), vino o cocktail, mangiare varie specialità di pesce o di carne, il tutto ad ottimi prezzi.
ti da piccole stanze separate, in ognuna delle quali si trova un tavolino.
All’entrata i clienti si tolgono le scarpe (che verranno riposte in appositi armadietti oppure in bustine) per non sporcare il tatami che si trova all’interno e sul quale ci si siede.
Ci si serve di tavoli molto bassi, mangiando alla maniera tradizionale giapponese, spesso però c’è la possibilità di utilizzare anche sedie.
Sono locali solitamente affollati, rumorosi e chiassosi, completamente in contrapposizione con la realtà quotidiana, silenziosa, pacata e tranquilla che si vive in Giappone.
La curiosità che mi ha personalmente colpito è che i clienti più abituali non sono, diversamente da come si potrebbe pensare ragazzi, studenti o turisti ma per lo più lavoratori di ogni tipologia.
Divertimento, allegria, discorsi goliardici sono i protagonisti; i colleghi più anziani insegnano ai più giovani come si ordina da bere, come si beve in compagnia e “come va il mondo”.
Mentre si beve si parla sia di argomenti di lavoro, sia di argomenti privati presenti e passati.
Tra datore di lavoro e dipendente, senpai e kouhai, in una Izakaya il rigido sistema di ruoli appena accennato sembra crollare.
E’ però doveroso specificare che in Giappone bere alcolici assume un significato ben più profondo e radicato.
Sorseggiare del buon sakè e mangiare dell’ottimo sushi è un modo per rafforzare i legami interpersonali e d’affari, ovvero crearne dei nuovi.
Rifiutarsi di bere risulterebbe offensivo e potrebbe avere ripercussioni anche in ambito lavorativo.
L’atmosfera di allegria che si crea nell’Izakaya molto spesso porta alla conclusione di veri e propri business.
Alessandro Giacobbi