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ITALIA-GIAPPONE. GIAPPONE, LAVORATORI STRANIERI PRIME VITTIME DELLA CRISI DEL LAVORO INNESCATA DALLA PANDEMIA.

La pandemia di coronavirus ha colpito duramente l’economia giapponese e molte aziende, in particolare le case automobilistiche, stanno riducendo la drasticamente produzione.
I lavoratori stranieri sono particolarmente vulnerabili a questa situazione, anche a causa di una rete di welfare più debole e barriere linguistiche che impediscono loro di chiedere aiuto alle autorità.
Gruppi sindacali, avvocati del lavoro e organizzazioni senza scopo di lucro affermano che i lavoratori stranieri sono stati i primi a perdere il posto di lavoro nei tagli al personale dovuti alla pandemia, che si teme possano estendersi e divenire licenziamenti di massa simili a quelli già visti nella crisi finanziaria del 2008.
Il Japan Center for Economic Research ha stimato che se il PIL giapponese si contraesse del 2-5% quest’anno, il tasso di disoccupazione raggiungerebbe rapidamente il 5% e circa 2 milioni di persone perderebbero il lavoro.
Il Giappone, come molte delle economie dei paesi avanzati, è diventato sempre più dipendente dal lavoro di cittadini stranieri. Con un terzo della sua popolazione di età superiore ai 65 anni e una popolazione attiva sempre più ristretta, il governo è stato costretto lo scorso anno ad alleggerire alcune restrizioni all’immigrazione.
Più di 1,6 milioni di lavoratori stranieri hanno supportato l’economia giapponese a ottobre 2019, un aumento di quattro volte rispetto al 2008.
Dato che pochi tra i lavoratori stranieri si rivolgono alle autorità, principalmente per motivi linguistici, il governo ha recentemente stanziato 370 milioni di yen per migliorare il supporto multilingue per gli stranieri negli uffici di disoccupazione e online.
(R.D.)

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