Il Giappone è al 66 ° posto nel mondo per libertà di stampa, in crescita di una posizione rispetto all’anno precedente.
La Norvegia è in testa alla classifica per il quarto anno consecutivo, seguita da Finlandia, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi, come riportato dal World Press Freedom Index del 2020.
Nonostante il progresso, le redazioni degli organi di informazione giapponesi “restano ancora fortemente influenzate dai loro capi aziendali e dagli interessi commerciali”, ha affermato il gruppo Reporter Senza Frontiere RSF.
Gli Stati Uniti risultano al 45 ° posto, penalizzati secondo RSF dalla “ostilità del presidente Donald Trump nei confronti dei giornalisti”.
In area asiatica, la Cina, che è ferma al 177esimo posto, “conferma ancora il suo sistema di iper-controllo delle informazioni e la persecuzione di giornalisti e blogger dissidenti”.
Secondo l’indice, la Cambogia si è classificata al 144esimo posto, in calo di uno, e la Thailandia è scesa di quattro posizioni al 140esimo in quanto i rispettivi regimi hanno aumentato le loro repressioni sul dissenso.
Al contrario, l’Indonesia ha guadagnato cinque posizioni fino al 119esimo posto, in seguito alla politica del presidente Joko “Jokowi” Widodo di rimettere la libertà di stampa al centro del suo secondo mandato.
La Corea del Sud è scesa al 42esimo posto, dato “l’uso da parte del governo della sicurezza nazionale come pretesto per frenare la libertà giornalistica, in particolare per quanto riguarda le informazioni sensibili sulla Corea del Nord”.
(R.D.)