La povertà infantile in Giappone è una realtà sociale sempre più diffusa, nella maggior parte dei casi riguardanti bambini di mamme single.
Crescere in modo autonomo un figlio è naturalmente difficoltoso sia sotto il profilo umano che finanziario. Le difficoltà che le mamme si trovano ad affrontare quotidianamente hanno diverse sfaccettature: da un lato, molto frequentemente le madri non ricevono alcun sostegno finanziario da parte dei padri, dall’altro non sono molte le aziende che accettano di assumere mamme con figli. Trovare un posto dove vivere, inoltre, non è meno complicato del resto: considerate finanziariamente “instabili”, difficilmente riescono a trovare un alloggio dignitoso.
L’unica alternativa fattibile spesso e` la condivisione di un appartamento con altre mamme single, per ridurre notevolmente le spese.
Proprio per andare incontro a questa problematica, nella prefettura di Kanagawa sono sorte alcune case (la prima risale al 2012) destinate alle ragazze madri e ai loro figli .
Ad oggi si contano quattro di questi alloggi che accolgono 12 persone.
Stanze private e aree comuni permettono loro di condurre una vita dignitosa, riuscendo a provvedere alla crescita dei figli.
Secondo un sondaggio condotto dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare nel 2010 in Giappone la media del reddito annuale delle famiglie composte dalla sola mamma era di 2,91 milioni di yen contro una media di 6,58 milioni di yen per le famiglie composte da entrambi i genitori.
Sempre più numerose le organizzazioni che nascono con lo scopo di sostenere le mamme che crescono da sole i loro figli, offrendo loro assistenza legale o nella ricerca di lavoro o di un alloggio, come l’associazione “Mama United”, istituita da Satoshi Fujishiro, la cui gestione è affidata proprio ad una mamma single.
R.D.