Il disastro di Fukushima ha messo il Giappone con le spalle al muro: il nucleare sembra essere destinato ad avere vita breve e di questo il governo giapponese ne sta prendendo atto cercando canali alternativi per l’approvvigionamento di energia (esempio più recente l’accordo, che sembrerebbe prossimo, tra Mosca e Tokyo per la costruzione di un gasdotto).
Da sottolineare l’impegno che il governo giapponese ritiene prioritario per gli interessi nazionali volto a soddisfare il fabbisogno energetico del paese, anche attraverso lo sviluppo senza precedenti delle fonti di energia rinnovabili (prime tra tutte l’energia solare e quella eolica).
Secondo i calcoli riportati nel report “Japan: Greater Energy Security Through Renewables: Electricity Transformation in a Post-Nuclear Economy” dell’ Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) il Giappone nel 2030 potrebbe coprire l’intero fabbisogno energetico nazionale per oltre il 35% con l’ energia prodotta da fonti rinnovabili (si stima che il fotovoltaico potrebbe da solo generare il 12% dell’energia necessaria entro il 2030).
L’elevato numero di impianti fotovoltaici installati tra il 2013 ed il 2015 in Giappone hanno reso il paese il secondo al mondo nel settore e di fatto stanno garantendo la base infrastrutturale necessaria allo sviluppo del settore, che verosimilmente collochera` il Giappone nel prossimo futuro tra i paesi all’avanguardia nella produzione di energia pulita, al contempo garantendo al paese una limitata dipendenza energetica dall’estero.
R.D.