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Il Giappone non rinuncia alla caccia alle balene

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Il livello di guardia della ben nota Sea Sheperd Conservation Society per la salvaguardia delle balene è costantemente alto: la loro ultima missione, denominata Nemesis, che e` durata circa cinque settimane, ha colto in flagrante le baleniere giapponesi in un’ operazione illegale all’interno del santuario delle balene australiano.

Alcune foto, scattate dall’elicottero Steve Irwin (di proprietà dell’organizzazione ambientalista), mostrano chiaramente una balenottera senza vita adagiata sul ponte di una delle Nisshin Maru giapponesi, e il (vano) tentativo dell’equipaggio di coprire la balena e gli arpioni.

Secondo quanto dichiaratao da Jeff Hansenl, direttore di Sea Shepard Australia, “l’impegno del governo Turnball nella tutela delle balene in acque australiane non è sufficiente, considerando che l’attacco è avvenuto proprio il giorno dopo in cui il Primo Ministro giapponese era in visita in Australia per lanciare il programma di rafforzamento dei rapporti economici e dell’alleanza militare tra i due paesi”.

Il direttore descrive, inoltre, una morte, quella delle balene, lenta e crudele a causa dell’ arpione (utilizzato per la cattura e l’uccisione) che, esplodendo, rilascia schegge in tutto il corpo.

Sea Shepard ha immediatamente fornito al Governo le prove (video e foto) che attestano la colpevolezza delle baleniere giapponesi.

Tuttavia, la precedente condanna al pagamento di un milione di dollari australiani per le attività illegali svolte dalle baleniere giapponesi nell’Antartide (emessa dalla Corte Federale Australiana) non è stata ancora pagata, elemento che lascia chiaramente intendere l’atteggiamento ostile che il Giappone ha scelto di assumere sull’argomento.

R.D.

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