Chiunque sia stato in Giappone almeno una volta è quasi sicuramente in possesso di un furoshiki.
Forse non ne conoscera` il nome ma, con tutta probabilita`, lo terra` gelosamente riposto in qualche cassetto per evitarne l’usura, chiedendosi come poterlo utilizzare nel modo più corretto.
Mi sto riferendo ai tipici quadrati di stoffa, i tipici fazzoletti giapponesi!
In Giappone i furoshiki sono utilizzati frequentemente in svariate occasioni: possono, all’occorrenza, divenire ottimi involucri per il bento o per avvolgere un regalo.
Oggi, il furoshiki viene spesso sostituito dai sacchetti di plastica, anche se sono ancora molti i giapponesi che ne fanno uso, anche per il minore impatto ambientale che produce rispetto a sacchetti di plastica di vario tipo.
In origine questi fazzoletti venivano utilizzati per il trasporto di vestiti, definiti con il nome di “koromo tsutsumi” o per trasportare piatti (“hira tsutsumi”).
Successivamente, con la diffusione dei bagni pubblici, gli venne attribuito un nuovo utilizzo, e si resero quindi indispensabili per avvolgere i vestiti che altrimenti si sarebbero mischiati con quelli degli altri.
Da allora fu introdotto il termine di “furoshiki” (dalle parole: furo, bagno e shiki, aprire, spiegare).
I tessuti dei furoshiki sono svariati: dalla seta più pregiata fino al cotone o al nylon.
Possono essere annodati in tantissimi modi diversi, tramandati di generazione in generazione, assumendo significati differenti a seconda del tipo di stoffa utilizzata e del colore.
Sonia P.
Negozio di Furoshiki “MUSUBI”
Jingu mae 2-31-, Shibuya Ku, Tokyo
OPEN)11:00 – CLOSE)19:00 (Aperto anche sabato e domenica)