Il “Buddha” (“risvegliato”), ovvero Siddharta Guatama, nacque in un bosco sulla strada che percorreva sua madre, la regina Maya, per andare alla casa paterna, come da tradizione, e visse nell’India del Nord nel VI secolo a.C.
Egli viveva nel lusso nella casa paterna e rimase molto colpito dalle esperienze narrate da persone che stavano vivendo la malattia, la vecchiaia e la morte. Fu questo il momento, poco prima di compiere i trent’anni, in cui Siddharta (anche grazie all’incontro con un eremita) si rese conto di quanto precario e poco felice fosse il suo stile di vita. Lasciò quindi la sua famiglia e la sua casa per andare alla ricerca della vera felicità e della pace dei sensi. Durante il suo lungo viaggio incontrò molti maestri, diverse persone e provò innumerevoli emozioni, ma nessuna di queste gli donò il senso di pace che cercava. Ricercò quindi la sua via e, una sera, all’età di trentacinque anni, meditando sotto un albero raggiunse lo stato dell’illuminazione, lo stato di saggezza, superando ogni sofferenza. Da quel momento fu chiamato “Buddha”, il “Risvegliato”.
Dopo l’illuminazione indicò “Le Quattro Nobili Verità” necessarie per liberarsi da ogni sofferenza senza necessariamente rivolgersi ai sacerdoti (i brahmani).
Passò la sua vita ad insegnare al prossimo, affinchè la ricerca dell’illuminazione risultasse più facile. Il Buddha morì nel 480 a.C. a Kusianara, rivoluzionando la società indiana e la sua filosofia è tuttoggi molto diffusa in tutto il mondo.
LE STATUE
La maggior parte delle statue del Buddha raffigurano Siddharta, il primo uomo che raggiunse l’illuminazione. Gli occhi semiaperti rappresentano la meditazione, mentre la posizione delle braccia rappresenta i diversi stati del Buddha. Le lunghe braccia rappresentano la sua generosità, i lobi delle orecchie particolarmente lunghi la sua capacità di ascoltare e il sorriso è spesso associato ad una forma di fortuna e prosperita`.
Le posizioni assunte sono differenti: la più comune è quella che raffigura il Buddha seduto con le gambe incrociate e le mani che si posano sul grembo. Talvolta i capelli sono elaborati e l’uomo indossa gioielli e costumi.
Esistono quattro posizioni basilari: in piedi, seduto, mentre cammina e sdraiato.
Le prime tre fanno riferimento alle attività quotidiane della vita del Buddha, quali l’insegnamento, la meditazione e l’offerta di riparo ai discepoli, mentre la posizione sdraiata richiama gli ultimi momenti passati sulla terra e il raggiungimento del Nirvana (lo stato di illuminazione).
Le mani hanno significati differenti in base alla loro posizione: il Buddha in piedi con una mano sollevata significa la protezione dei seguaci. Nel caso in cui la mano destra tocchi il suolo e quella sinistra sia appoggiata in grembo, è richiamata la scena nella quale Siddharta medita sotto l’albero nella ricerca del Nirvana (situazione descritta precedentemente). Quando le mani sono rivolte verso l’alto e la mano sinistra sostiene quella destra, il simbolo è della meditazione stessa. Il primo sermone del Buddha è invece simboleggiato dalla posizione nella quale in Buddha unisce a cerchio l’indice e il pollice di una o entrambe le mani, mentre le altre dita sono tese verso l’esterno. L’invocazione della pioggia sui campi di riso viene riportata dal Buddha con entrambe le mani appoggiate sulle gambe incrociate.
Se vi trovate a Fukuoka è sicuramente interessante visitare la statua del Buddha più grande del mondo con i suoi 41 metri di lunghezza e 11 di altezza. Questa statua, nel tempio di Nanzō-in, è stata costruita nel 1995 e raffigura il Buddha disteso. È immersa tra il verde e circondata da molti altari e statue più piccole, rendendo lo scenario unico nel suo genere. Di fronte ad essa ci sono 88 urne riempite con la sabbia degli 88 templi del famoso pellegrinaggio di Shikoku, e molte altre statue di dimensioni ridotte di divinità varie. Come si può vedere dalla foto, i piedi del Buddha sono decorati con dettagli dorati e la statua è in bronzo. Sicuramente un luogo che vale la pena visitare se ci si reca a Fukuoka anche solo per qualche giorno.
(Marta B.)