HAKATA GION YAMAKASA FESTIVAL

2015071103

STORIA

Vi sono diverse teorie sull’origine dell’Hakata Gion Yamakasa Festival di Fukuoka: la prima afferma che esso sia nato nel 941 e che abbia subito varie modifiche nel corso degli anni, sino ad arrivare alla forma attuale, ideata nel 1241 durante l’epoca Kamakura, periodo degli stati combattenti, perché caratterizzato da continui conflitti tra le tante province della zona che, vista la mancanza di un potere centrale, lottavano per ottenere il controllo del territorio circostante. Una seconda teoria invece sostiene che dopo la nascita, il festival si sia evoluto fino al 1432, prima di arrivare alla forma attuale e definitiva. Tuttavia la più accreditata rimane quella del 1241, di conseguenza nel luglio 2015, si festeggerà il 1074esimo anniversario.
In particolare il festival tradizionale degli Hakatakko (abitanti di Hakata), trae le sue origini dal tredicesimo secolo, quando un monaco buddista di nome Shoichikokushi pregando e spargendo acqua benedetta nelle vie della città di Fukuoka riuscì a scacciare la grave epidemia di peste che la affliggeva. Il monaco disponeva di un carro chiamato Segakidana, con il quale si spostava in città.
La tradizione prevede che si debbano trasportare per la città i famosi Kakiyamakasa (portantine) seguendo un percorso prestabilito. I giovani del posto, che sorreggono le portantine (alte al massimo 15 metri e pesanti una tonnellata), devono raggiungere la meta nel minor tempo possibile per assicurare la vittoria alla propria squadra. Originariamente i Kakiyamakasa e i Kazariyamakasa (strutture che rimango fisse in ogni rione della città) erano sette, ognuno appartenente ad una nagara (rione), ma con il passare degli anni, a causa dell’espansione di Fukuoka, si sono aggiunte altre nagara, le quali non gareggiano ma espongono solo al pubblico i Kazariyamakasa.

SVILUPPO DEL FESTIVAL

Il momento in cui il festival raggiunge il massimo successo è esattamente il 15 luglio alle 4:59 del mattino, quando migliaia di uomini provenienti da sette distretti corrono lungo il percorso portando in gruppo pesanti carri decorati e dandosi il cambio dopo aver raggiunto la zona adibita ad esso. Naturalmente, per essere in grado di reggere l’enorme fatica richiesta per portare i carri sui quali sono seduti altri uomini (tradizionalmente da uno a tre), i partecipanti devono allenarsi precedentemente. Numerose riunioni e cerimonie sono tenute al templio Kushida durante l’anno, mentre l’allenamento vero e proprio comincia i primi giorni di giugno. I membri di ogni nagara, cominciano il processo organizzativo con la selezione del tema e la costruzione del carro, delegata ad uno dei famosi costruttori. Inoltre molte aziende, ma anche cittadini privati, finanziano la costruzione e la realizzazione del festival; verso la fine di giugno altri Hakatakko ereggono tende e tavoli in ogni piccolo distretto. Ognuno dei sette distretti copre un’area piuttosto grande, che a sua volta è divisa in distretti più piccoli, formando quindi la base di una gerarchia più estesa. La maggior parte delle attività quotidiane si svolge su queste zone e molto spesso vengono montate della tende per passare la notte.
Il primo luglio l’evento è concretamente iniziato e sia in questo giorno che il 9 luglio ogni “percorso” corre dalla propria base attraverso il sentiero che porta al templio di Hakozaki, dove i membri si purificano con l’acqua del mare e raccolgono la sabbia in piccoli cestini che vengono poi riportati e cosparsi davanti alle entrate delle loro case per purificarle. La pratica continua fino al 14 luglio e ha il suo culmine la mattina del 15. Ogni evento ha la funzione di riscaldare e allenare i corridori per essere in grado di supportare il peso del carro che si aggira attorno alla tonnellata. Per la corsa finale, chiamata Oiyama, tutti i teams portano le loro portantine all’entrata del templio di Kushida alle 3.00. Il primo carro inizia la corsa esattamente alle 4.59 e ha l’onore di stopparsi a metà strada e cantare la canzone Iwaimedeta. Dopo ciò, i restanti sei teams cominciano ad intervalli di cinque minuti.

(Mattia C. e Marta B.)

Foto: http://hakatanomiryoku.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA