A partire dal 7 gennaio è entrata in vigore, in Giappone, la “Departure tax”.
Che cos’è?
La “Departure tax” è la tassa, introdotta dal Governo giapponese, che tutti, sia turisti che giapponesi, dovranno pagare al momento in cui lasceranno il Paese.
Il costo dell’imposta è di mille yen e dovrà essere versata indistintamente sia per chi parte con l’aereo sia per chi utilizzerà la nave.
Perchè è stata introdotta?
Lo scopo del Governo (che stima entrate superiori ai cinquanta miliardi di yen) è quello di utilizzare il ricavato dei proventi per finanziare nuovi progetti in campo turistico: verranno migliorati i servizi turistici (come ad esempio il riconoscimento facciale automatizzato all’imbarco negli aeroporti), il sistema di informazione per gli stranieri ma sopratutto i fondi verranno investiti per la promozione , e quindi per attirare un maggior numero di visitatori in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020.
Ci sono esenzioni?
I bambini al di sotto dei due anni e tutti i turisti in transito (quindi con un massimo di permanenza di 24ore) non dovranno pagare la tassa.
Esente anche chi ha acquistato il biglietto prima del 7 gennaio.
Esiste solo in Giappone questa tassa?
In molti altri paesi, come l’Australia, la Cina, il Messico e la Svezia, esiste già una tassa analoga , con costi quasi identici, alla “Departure tax” giapponese.
R.D.